Salute elettronica e dati rubati

Se il settore della sanità elettronica sta crescendo in modo massiccio, bisogna purtroppo mettere in evidenza i casi di frode che già iniziano a spese dei pazienti. Il Journal International de Médecineha rivelato che l’applicazione sanitaria più diffusa in Australia, HealthEngine, condivide centinaia di informazioni mediche private con studi legali che si occupano di lesioni personali. Anche se la società si difende affermando che ha il consenso degli utenti, perché la menzione di questa pratica è stata inclusa non nella politica sulla privacy dell’applicazione, bisogna anche dire che è impossibile per chi si iscrive rifiutare questo consenso.

Le applicazioni sanitarie sono un’occasione ghiotta per gli esperti per raccogliere dati, infatti, gli operatori sanitari affermano di proporre un’offerta su misura e poco costosa per facilitare le operazioni del paziente verso medici o operatori sanitari ma pongono anche un problema senza precedenti, legato all’uso dei dati che raccolgono. Gli sviluppatori condividono regolarmente e legalmente i propri dati con terzi in cambio di servizi che dovrebbero migliorare l’uso dell’applicazione come ad esempio la connessione ai social o in cambio proprio di soldi grazie ad applicazioni specifiche. Questa condivisione di informazioni con terzi manca di trasparenza e le applicazioni sanitarie spesso non forniscono alcuna garanzia di riservatezza, anche se raccolgono una grande quantità di informazioni personali di ogni tipo.

Secondo un’inchiesta internazionale su 821 applicazioni sanitarie identificate per Android, nel Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Australia, gli le 24 applicazioni più comunemente utilizzate in materia di informazioni sui farmaci, la loro somministrazione, prescrizione e uso sono tutte interattive e 19 delle 24 applicazioni condividono i loro dati utenti.

Lo studio ha identificato 55 entità, da 46 società madri, che hanno ricevuto o elaborato i dati. Tra questi ci sono anche i fornitori di servizi. Molti di loro condividono poi questi dati con altri soggetti, molti dei quali sono posizionati centralmente sul web, con la possibilità di effettuare controlli incrociati delle informazioni e di identificare l’utente.

Sicuramente per posti che hanno grandi distanze da dover percorrere per vedere un medico per il rinnovo di una ricetta o per ritirare in farmacia una medicina la digitalizzazione sanitaria è utile. Meno appare per piccoli centri dove tutto è portata di mano. Gli operatori del settore devono essere chiari con i pazienti e raccomandare prudenza spiegando i rischi nella mancanza di riservatezza dei dati mentre gli sviluppatori di applicazioni dovrebbero mettersi in regola.