La Diocesi di Monaco ha emesso un comunicato in cui Monsignor Barsi si esprime. Lo riportiamo fedelmente.
“Il quotidiano Monaco Matin, nell’edizione del 23 ottobre 2019, ha rivelato il contenuto delle lettere tra l’Arcivescovo e il Presidente del Consiglio Nazionale sul progetto di legge sul Contratto di Vita Comune.
Una pubblicazione indesiderata
La Chiesa cattolica intendeva con questa lettera personale, inviata individualmente a tutti i consiglieri nazionali, per avvisarli dei rischi che potrebbero derivare dai moltissimi emendamenti di modifica apportate dal Consiglio nazionale al testo del governo del Principato. Questo approccio era in linea con l’apertura del dialogo istituzionale utilizzato a Monaco.
La sua natura, del tutto confidenziale, cercava di evitare tensione pubblica. L’Arcivescovado, senza mettere in discussione il lavoro dei giornalisti, deplora profondamente la divulgazione di tali scambi.
Intende chiedere un’indagine per far luce su questo processo, e su queste fughe di notizie che interferiscono con un dibattito pacifico.
L’autonomia politica non impedisce alla Chiesa di intervenire
Il rigoroso rispetto dell’autonomia della sfera temporale e di quella spirituale non può essere separato, e ancor meno l’ignoranza reciproca. Così, l’arcidiocesi risponde regolarmente alle richieste legittime e istituzionali del Governo del Principe o del Consiglio nazionale, al fine di fornire pareri motivati su tutti i tipi di argomenti, ma in particolare quando essi sono in evidente contrasto con la coerenza della legislazione e la cattolicità dello Stato. E’ un dovere imperativo per la Chiesa di contribuire ai leader politici attraverso la sua riflessione, proveniente da una tradizione intellettuale di duemila anni fa, e dalla sua visione della persona umana e la sua dignità. Questa è una famosa affermazione del Concilio Vaticano II: Le gioie e le speranze, la tristezza e l’angoscia degli uomini di questo tempo, specialmente dei poveri e di tutti coloro che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, la tristezza e l’angoscia dei discepoli di Cristo, e non c’è nulla di veramente umano che non risuona nei loro cuori. (Costituzione Gaudium et Spes).
Perché legiferare su una scelta di libertà?
Quale modello di società vogliamo per domani? Qual è il ruolo del legislatore? Cos’è lo scopo del Diritto e della legge? Perché volete regolamentare per legge i vincoli (anche se sono prestazioni sociali) di una situazione di unione libera? Queste domande, sia religiose che filosofiche, politiche o giuridiche, sono al centro della riflessione della Chiesa, ed è sano che possa fare chiarezza ed esprimere le sue preoccupazioni con il massimo rispetto delle sue prerogative, nonché quelle delle altre istituzioni pubbliche del Principato”.