Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne abbiamo incontrato A.V.I.P. Monaco, l’Associazione per le Infrazioni Penali.
Le Nazioni Unite hanno deciso che il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della violenza contro le donne. Non dovrebbe esister una giornata così ma purtroppo è un dato di fatto. In questa giornata abbiamo incontrato la direttrice di A.V.I.P., Valerie Campora-Lucas. La incontriamo nella sede dell’associazione, un luogo accogliente e rilassante.
MCin: Valerie lei dirige l’associazione, come è nata? V.C.L: L’associazione è nata a seguito di un obbligo di legge del 2011 per le vittime contre le violenze private, per cui era necessario creare un’associazione per difendere le vittime e che avesse un filo diretto con la polizia. L’associazione è attiva e la presidente è l’avvocatessa, Evelyne Karczag-Mencarelli. Abbiamo anche un numero verde: 0800919010. Lavoriamo in collaborazione diretta anche con l’Alto commissario dei Diritti dell’Uomo, Anne Eastwood, per quello che riguarda la parte giuridica e amministrativa.
MCin: Qual è la situazione delle violenze sulle donne? V.C.L: Se da giugno a dicembre 2017 abbiamo seguito 20 casi penali di violenze coniugali, nel 2018 i casi sono saliti a 26, con 3 casi di violenza sessuale e 17 denunce. A poco a poco l’associazione é diventata conosciuta, non sono aumentate le vittime ma le donne che hanno preso coscienza di un’entità che le poteva aiutarle e quindi hanno iniziato a cercare aiuto e si sono avvicinate. Da quando abbiamo aperto al 2019 sono una sessantina di persone che si sono rivolte a noi di 40 nazionalità. Non solo violenze fisiche ma anche sessuali e psicologiche. Arrivano da noi, impaurite, non sanno come fare. Alcune non lavorano perché il marito o il compagno non vuole. Non hanno mai denunciato i maltrattamenti perché hanno figli ed hanno paura di perderli. Un’altra donna si è decisa a venire da noi una volta i figli sono cresciuti e divenuti indipendenti, lei non aveva indipendenza economica. Noi l’abbiamo aiutata a riprendere gli studi all’età di 45 anni e le abbiamo insegnato ad imporsi al marito, piano, piano lui ha accettato e poi è riuscita a separarsi.
MCin: Come fate ad ottenere la loro fiducia? V.C.L: All’associazione abbiamo un team di esperti che aiutano le vittime. Non le forziamo a fare niente, devono ritrovare la fiducia in loro stesse. Come trovare il giusto atteggiamento, il non dover chiedere scusa per ogni singola cosa che fanno, le accompagnamo in questo percorso. Le faccio un esempio. Abbiamo avuto una donna sposata da 26 anni, quando usciva a fare la spesa, non aveva neppure il diritto di fermarsi a bere un caffè da sola o con un’amica. Le abbiamo spiegato come come imporsi al marito. Non abbassare lo sguardo, al contrario guardarlo diritto negli occhi, restare dritta con la schiena.
MCin: In genere quanti anni hanno le donne che vengono all’associazione? V.C.L: Tanto devo precisare che sono donne di tutte le classi sociali, la maggioranza ha un’età compresa fra i 20 e i 30 anni
MCin: Come reagiscono i mariti o compagni quando scoprono la vostra presenza accanto alla moglie? V.C.L: A seconda dei casi i mariti sono convocati dalla polizia. Alcune volte accettano di lavorare su di loro dal punto di vista psicologico e si rendono conto dei loro errori e si impegnano a cambiare. Purtroppo ci sono di mezzo spesso anche i bambini. Poi ci sono anche casi al contrario, molto pochi, ossia che sono gli uomini ad essere vittime dell’aggressività delle mogli. Sicuramente il settore che or cercheremo di sviluppare sempre di più sono gli autori delle violenze, soprattutto quando riusciamo a capire che l’uomo si mette in questione ed ha la volontà di cambiare.
MCin: Come è composto il team di esperti? V.C.L: Abbiamo diversi specialisti con noi; un medico, uno psicologo, un psicoterapeuta ed un medico specializzato in sofrologia ed ipnosi ma da noi si fa anche art-therapy un metodo per esprimere il proprio dolore e le proprie paure attraverso il disegno, la scrittura, la pittura, una delle nostre sale è anche dotata di una grande lavagna che è utilizzata anche per questo. I nostri locali sono organizzati come se ci si trovasse in una casa, con un ambiente sereno rilassato, dove si può vedere la tv, leggere un libro, con uno spazio gioco anche per i bambini. Insomma le donne che vengono a chiedere il nostro aiuto devono trovarsi in un ambiente che infonda loro fiducia e serenità.
Per contattare l’associazione A.V.I.P. Monaco cliccare qui telefono: 93 25 00 07; Indirizzo: 21 rue de la Turbie Monaco.