“FINE VITA” ECCO LA LEGGE DEL PRINCIPATO DI MONACO

Il Ministro della Salute e Affari Sociali, Didier Gamerdinger ha presentato il progetto di legge “Fine Vita” che ora passerà all’esame del Conseil National.

"Fine Vita" ecco la legge del Principato di Monaco
La conferenza stampa del Ministro Didier Gamerdinger con a destra il dottor Jean-François Ciasis, ft.(c)WSM

Il ministro Gamerdinger, con il dottor Jean-François Ciasis, primario del reparto cure palliative del CHPG, ha presentato il progetto di legge. Fino ad oggi a Monaco non c’era una legge sulla questione ma si faceva riferimento al codice deontologico medico. Poi il predecessore di Gamerdinger, Stéphane Valeri, si è impegnato a far realizzare il reparto di cure palliative. Solo 4 letti ma che in un solo anno ha ospitato 89 persone. Gamerdinger ha dichiarato: “Il vuoto legislativo va colmato, dobbiamo proteggere i diritti delle persone che soffrono e la libertà di tutti – ha spiegato il ministro che ha aggiunto – Per preparare la legge ci siamo posti domande mediche, scientifiche, etiche e morali, umane. Il testo è stato concertato con l’ordine dei medici e la diocesi. Il nostro obiettivo è quello di creare un quadro giuridico tra paziente, famiglia e medico per rispettare il dolore, le angosce le paure del malato. Il nostro è un testo sulla vita, non sulla morte perché i medici salvano le vite e in alcun caso è stata presa in considerazione l’eutanasia“.

Due i punti che stanno a cuore al ministro: il sollievo della sofferenza e la libertà del paziente di decidere sull’accanimento terapeutico in caso estremo. Curare le sofferenze dei malati in modo personalizzato è quello che si pratica nel reparto di cure palliative rispettando il diritto della dignità del malato. Ha precisato il primario del reparto cure palliative, dottor Jean-François Ciasis: “Ci sono pazienti che chiedano con ostinazione di continuare un trattamento inutile perché vogliono essere combattivi fino alla fine. Altri invece che non vogliono continuare terapie che non sono più efficaci. La sofferenza, che non ottiene miglioramento con i trattamenti abituali può essere alleviata con altri farmaci o dosi più elevate. Una scelta che può essere giustificata in accordo con il paziente“.

E a proposito di accordi scritti o di biotestamento il ministro Gamerdinger ha precisato che trova giusta una dichiarazione di volontà di fine vita ma che questa non può essere decisa a freddo, anni prima, dato che molto spesso a situazione arrivata ci sono persone che cambiano idea. Questa dichiarazione deve essere fatta solo quando la persona si trova ad affrontare la sua situazione di malattia per esprimere la sua vera volontà. Allora come fare se una persona a causa della malattia non può più scrivere? “Può essere sufficiente la parola di un testimone, familiare o amico, a cui la persona si è confidata” ha risposto il Ministro mentre il dottor Ciasis ha aggiunto: “Per certi medici vuol dire essere sollevati da una certa responsabilità, avere in mano una volontà del malato, sottoscritta magari anni prima. Trovare una giusta soluzione per non far soffrire il paziente è un lavoro di pazienza. C’è chi vuole essere assopito per non soffrire e chi non vuole perché vuole essere cosciente fino alla fine, a volte ci sono terapie per calmare dolori che sono più locali“.

Il reparto di cure palliative attuale è piccolo ma molto efficace a esiste al CHPG anche un’unità mobile di cure palliative che interviene in altri reparti e quando il nuovo CHPG sará finito, il reparto sarà più grande, sono previste 10 posti letto.

Adesso la legge passa all’esame del Consiglio Nazionale.