Mentre il Principato si commuove per il primo morto al CHPG di corona virus, un ottantenne residente in Francia, il corona virus continua imperterrito il suo cammino di malattia e morte nel mondo intero (a New York sta morendo una persona ogni 15 minuti), la comunità scientifica ed esperti di movimenti di massa si interrogano su come ci si dovrà comportare quando i picchi della pandemia scenderanno e si potrà allentare la quarantena. Avete capito bene, A L L E N T A R E.
Le date di fine isolamento, sappiamo tutti che hanno una valenza psicologica, in Italia il 18 aprile in Francia il 15, magari fosse vero ameno di un vero miracolo Pasquale, saranno sicuramente prorogate ma questo ci aiuterà a rispettare la quarantena ancora un po’, per il bene di tutti. Dallo studio che abbiamo pubblicato anche noi, dell’Imperial College, massima istituzione nella ricerca di medicina pubblica, tutte le più grandi università del mondo e centri specializzati hanno cominciato a studiare come uscire da questo impiccio dell’epidemia. Perché fino a quando i ricercatori, che studiano giorno e notte, non troveranno un vaccino, non si potrà tornare alla nostra solita vita sociale di sempre e anche sul modello di globalizzazione i dubbi si espandono.
Una cosa è certa, in Europa, nonostante i tanti tamponi fatti nessuno è riuscito ad organizzare il test completo della popolazione del proprio Paese a differenza di Paesi come Taiwan o Singapore, pure molto più grandi. Ottenere un tampone per un cittadino comune è una vera impresa. In questi giorni il Comune di Nizza si è messa in moto per fare i test-drive al personale ospedaliero e a coloro che lavorano in strutture per anziani e a tutti gli ausiliari di salute pubblica e privata.
Alla popolazione, che pure vorrebbe sapere se è portatrice sana o entrata in contatto con il virus cosa resta? La risposta viene sempre dai ricercatori che hanno messo a punto un kit-test che potrà essere venduto in farmacia, a un prezzo che si aggira sui 10 euro un test simile a quello del diabete, pungendo un dito, facendo scendere una gocciolina di sangue si potrà scoprire se si è diventati immuni al corona virus. Abbiamo chiesto al professor Franco Borruto l’importanza di questo esame per il nostro futuro: “È necessario conoscere il dosaggio degli anti-corpi perché le persone immunizzate potranno essere le prime a poter lasciare la quarantena, probabilmente. Le altre persone dovranno essere protette. Bisognerà evitare nuovi picchi di epidemia, ed è fondamentale una visione scientifica della situazione e quindi controllare i flussi di persone”.
Nel frattempo come si organizzeranno i vari governi? L’Unione Europea che ha fatta una misera figura davanti alla pandemia, perdendo la faccia anche negli ultimi giorni tentando di fare la voce grossa per non dare aiuti economici ai Paesi più duramente colpiti (una vera vergogna), riuscirà a identificare almeno in questo caso la giusta strada? Ovviamente non lo possiamo ancora sapere. Cominciano però ad esserci diversi studi.
Alcuni studiosi guardano al metodo dei cinesi di Wuhan, che hanno deciso di riaprire le aziende e le scuole gradatamente, per evitare il ritorno di picchi di contagio. L’università americana di Harvard propone invece di aprire e chiudere a seconda dei momenti, se ci sono troppi contagi si chiude tutto, se va bene si lascia aperto. C’è chi si pone il quesito, di come influenzerà il virus sulle urbanizzazioni delle città e quando entrerà in gioco la tecnologia per il controllo del contagio.
Insomma per ora un metodo esatto non c’è ma la gente auspica l’arrivo di test e mascherine che purtroppo continuano a mancare anche qui a Monaco!