Anche viaggiare non sarà più la stessa cosa. Se i governi cercano di barcamenarsi per riaprire i Paesi e tentare di ritrovare una vita quasi normale, le compagnie aeree restano in grave difficoltà.
Non stiamo parlando solo di questioni economiche, seppure siano fondamentali. Tutti gli Stati hanno iniettato, chi più chi meno, alcuni miliardi per rilanciare le compagnie di bandiera. La questione più difficile resta quella di trovare soluzioni per viaggiare in aereo e in sicurezza. Ci sono già tante idee che dovranno essere però approvate e anche in tempi brevi.
Già gli aeroporti si stanno dotando di procedure per il distanziamento sociale dei passeggeri in transito. Tutti gli scali saranno dotati di una segnaletica per mantenere la distanza di almeno un metro tra un passeggero e l’altro, al desk, al controllo passaporto, al controllo bagagli e ai gate d’imbarco. Sono state soppresse le lounge per evitare i raggruppamenti. Saranno obbligatori i termoscanner per individuare quei passeggeri che potrebbero avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
C’è la necessità di ridurre al minimo i rischi di contagio negli ambienti aeroportuali, compresi ovviamente i centri commerciali dei vari scali, solitamente affollati. Tutti gli aeroporti dovranno dotarsi di check in biometrici, corridoi sanificati per il passaggio dei passeggeri nebulizzatori dislocati in punti strategici degli scali e barriere in plexiglass per gli inevitabili punti di contatto, come i banchi check in, i banconi dei bar, i ristoranti interni agli aeroporti, i negozi.
Secondo un’inchiesta apparsa su Forbes, a causa dall’emergenza corona virus, per ogni singolo volo i tempi d’imbarco potrebbero richiedere fino a 4 ore tra il distanziamento sociale e le procedure per la igienizzazione degli equipaggi e dei passeggeri; dalla sanificazione a bordo e dei bagagli da caricare in stiva; potrebbe anche essere vietato portare il bagaglio a mano a bordo.
E che iniziative hanno preso le compagnie? In effetti le compagnie non possono decidere tutto e tutte in modo indipendente. C’è infatti la IATA, International Air Transport Association (1945), che è un’associazione internazionale di compagnie aeree con sede a Montréal, in Canada, che promuove i trasporti aerei sicuri, regolari ed economici, studia i problemi connessi; fornisce tutti i mezzi necessari per la cooperazione delle compagnie aeree. La IATA coopera con l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO). I due organismi dovrebbero aiutare le diverse compagnie ad adottare delle misure standard per voli sicuri in tempo di corona virus, con le regole sanitarie in via di regolamentazione.
La IATA, attraverso un comunicato ha ufficializzato la sua posizione rispetto alle restrizioni che si vorrebbero imporre a bordi degli aerei dichiarandosi a favore della obbligatorietà delle mascherine, sia per passeggeri che per il personale di cabina, si è pero detta assolutamente contraria a misure di distanziamento che dimezzerebbero la disponibilità dei posti sugli aeromobili.
Secondo la IATA, l’igienizzazione degli aeromobili, a bordo dei quali si accede solo dopo rigidi controlli aeroportuali, rende sufficiente l’obbligo delle sole mascherine a prevenire il rischio di contagio da Covid-19. IATA inoltre fa sapere che, qualora si lasciasse vuota la metà dei posti, i costi lieviterebbero tra il 43 e il 54%.
Lufthansa ha per esempio aperto la vendita dei biglietti la scorsa settimana. La compagnia tedesca intende riprendere voli regolari in Europa e i voli intercontinentali, (1800 voli verso 130 destinazioni) entro fine giugno. Mancano però le informazioni più importanti. Come saranno protetti i viaggiatori? Come saranno disinfettati gli aerei e soprattutto i bagni? Forse uno dei luoghi più pericolosi per il contagio dell’aereo.
Abbiamo appreso che molte compagnie non vogliono più fornire ai viaggiatori, coperte, cuscini e auricolari per ascoltare e vedere film, preferendo che il viaggiatore porti i propri, ma non sarebbe più igienico continuare a consegnare il materiale sterilizzato come prima? Questa non sembra una norma igienica, piuttosto un sistema per economizzare, spendere meno e con la possibilità di importare a bordo microbi in più. I passeggeri dovranno prenotare i pasti online e troveranno il proprio vassoio sigillato già sulla poltrona una volta imbarcati. A bordo non ci saranno più giornali, depliant esplicativi nella tasca della poltrona, definita il posto più sporco dell’aereo.
La compagnia aerea Emirates è stata la prima a effettuare test sierologici e tamponi a tutti i passeggeri in partenza su uno dei suoi voli. La procedura, ritenuta la più sicura per l’individuazione di eventuali infezioni da Coronavirus. Oggi probabilmente prima di fare salire i passeggeri a bordo, le compagnie potrebbero far eseguire dei rapid-test ad ogni passeggero per vedere se è contagioso, dato che la misurazione della temperatura non è un dato certo sulla non infettività.
L’intera flotta di Alitalia dichiara di essere dotata di potentissimi filtri HEPA – come quelli delle sale operatorie – che assicurano una pulizia dell’aria in cabina al 99,7% ed il ricambio con aria dall’esterno trenta volte all’ora.
L’ICAO ha una riunione prevista il prossimo 21 maggio proprio sulla questione della sicurezza e da lì forse sapremo qualcosa di più preciso su come potremo viaggiare in aereo.