Maurizio di Maggio ci fa scoprire uno dei borghi più belli d’Italia sotto le montagne dolomitiche chiamate Pale di san Martino, accoglie i visitatori con una sedia rossa.
Immaginatevi un paesino di montagna tra i prati di una valle ampia e soleggiata. Si sale da Bassano del Grappa, si arriva a Mezzano e si scarica una app in italiano e inglese. Poi cominciate il giro seguendo le frecce rosse e leggendo sullo smartphone la spiegazione dei vari luoghi. Ma la tecnologia non basta: cercate la sedia rossa e suonate la campanella che c’è appoggiata sopra…e in pochi minuti arriva una persona che abita nei paraggi e che si mette a disposizione per dare informazioni, raccontare la storia di Mezzano e delle sue montagne, farvi ridere con curiosità e aneddoti, indicare dove poter trovare prodotti tipici e lavorazioni artigianali, dove poter dormire e mangiare, quali sono i sentieri da percorrere per salire a malghe e rifugi, quali attività sportive fare lì intorno e quelle più adatte per i bambini. Sono pensionati, ragazzi, donne, artigiani che condividono con gli ospiti la propria vita e le proprie conoscenze, li consigliano come potrebbe fare un amico. La sedia rossa si può trovare tutti i giorni dal 20 giugno a metà settembre (e poi durante i fine settimana), ad indicare che qualche abitante di Mezzano è a disposizione dei turisti per dare informazioni.
Ad esempio per spiegare cosa sono le Cataste&Canzei, la trentina di monumentali cataste artistiche di legna, nate dalla tradizione della gente di montagna di accatastare in bell’ordine la scorta di legname per l’inverno. E così hanno cominciato a creare dei veri e propri dipinti incastrando tronchetti di colori diversi.Ogni canzèl è un piccolo capolavoro!
Tabià del Rico
A Mezzano di Primiero ci sono da visitare anche i vecchi fienili, i tabià. C’è il Tabià del Rico che è piccolo ma è come un interessantissimo museo etnografico pieno di oggetti che raccontano la vita e i lavori di un tempo. Il Tabià del Checo che espone le eccellenze di alcuni artigiani e produttori agroalimentari locali. Il Tabià de la Gema, che viene utilizzato come teatro nelle serate di Mezzano Romantica. Non manca anche una “lisiera” ben conservata, la lisciaia, cioè il locale dove si produceva la “lisia” per il bucato, acqua in cui è stata fatta bollire cenere, profumata con bucce di limone. Il bucato era un lavoro lungo e faticoso, a cui le donne si adattavano già da bambine. Mezzano con le sue frazioni conta circa 1.600 abitanti e ha 250 orti, che nella tradizione contadina servivano per produrre verdure e legumi per la famiglia. E quelli di Mezzano, inseriti tra le case di pietra, sono particolarmente belli perché rispettano fedelmente la tradizione trentina: tra le staccionate dell’orto si seminano ortaggi, fiori, odori, piante da frutto e viti rampicanti. Sono degli orti-giardino, e bisogna assolutamente vederne qualcuno durante le visite guidate per il borgo, organizzate anche questa estate 2020 per piccoli gruppi e su prenotazione, in modo da garantire il distanziamento che ci vuole per legge. E il territorio intorno offre mille opportunità di svago: si può andare passeggiando o in bici su per la valle del Primiero tra i boschi, raggiungendo le malghe, le cime dei monti, seguendo sentieri di bassa e media quota ben battuti e segnalati.
C’è da fare la pista ciclabile del Molaren, una passeggiata illuminata anche la sera con diverse soste per godersi il panorama. Ci sono da visitare gli orridi di Val Noana, in uno dei quali si fa canoyng, e poi c’è da provare il ponte tibetano che è il collegamento collegamento tra due rifugi. E poi c’è da seguire il Sentiero degli Abeti Giganti in Val Noana, con i suoi alberi secolari che svettano fino a toccare i 50 metri ed hanno il diametro del tronco che può arrivare a misurare un metro di larghezza, nel Parco Naturale di Panveggio. Ce ne sono di cose da fare in questa estate strana che sarà tutta italiana… Ma di certo i posti da vedere non mancano e In viaggio con Dimaggio ve li consiglia.