La crisi sanitaria del Covid-19, ha accelerato il processo digitale in tutto il mondo. Lo abbiamo già scritto. Il Principato di Monaco ha fatto della Smart City, un obiettivo che va avanti a grandi passi. Tra gli strumenti messi in atto c’è il telelavoro.
Dall’inizio di questa crisi il governo del Principe ha sempre fortemente consigliato le aziende e le imprese, dove fosse possibile, di applicare il telelavoro. Nel 2016, il Principato ha legiferato un accordo con la Francia in tal senso per i lavoratori frontalieri francesi mentre ancora ad oggi ufficialmente con l’Italia non è ancora stato firmato nulla, anche se l’accordo di massima esiste.
Ad annunciarlo è stato il Ministro degli Affari Sociali e Salute, Didier Gamerdinger che ha spiegato quanto sia importante oggi, con questa crisi sanitaria, poter lavorare in modo agile da casa. Già prima del Covid-19, 1300 dipendenti francesi a Monaco praticavano il telelavoro.
Nel Principato ci sono 4500 lavoratori frontalieri italiani, alcun di loro saranno interessati al telelavoro. Abbiamo chiesto all’Ambasciatore d’Italia a Monaco, Giulio Alaimo, a che punto sia questa legge: “Negli ultimi mesi si sono susseguiti i contatti tra i ministri di lavoro dei due Paesi. Si deve emendare l’accordo bilaterale sulla Convenzione generale di sicurezza Sociale, sottoscritta nel febbraio del 1982 che disciplina il lavoro fra Italia e Monaco. Il telelavoro sarà disciplinato con un accordo quadro che dovrebbe essere firmato a giorni. Potrei essere io stesso a firmarlo qui con il Ministro di Monaco oppure a Roma con l’Ambasciatore di Monaco a Roma e il Ministro del governo italiano“.