Maurizio di Maggio ci accompagna in visita a Civita di Bagnoregio, uno dei tesori italiani. Escursione virtuale ma da fare appena sarà possibile tornare a viaggiare.
Civita di Bagnoregio è un gioiello della Tuscia, la regione trasversale che un tempo era il regno degli Etruschi e comprendeva parte della Toscana, del Lazio e dell’Umbria. Civita di Bagnoregio è inserita a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia e viene visitata ogni anno da migliaia di turisti.
Fu un antico insediamento nato 2500 anni fa per mano degli Etruschi su una piccola collina argillosa nella valle dei calanchi, in posizione isolata rispetto agli insediamenti circostanti. Unico punto d’accesso per entrare nella meraviglia di Civita è un ardito ponte di cemento degli anni ’60. Civita è situata nel cuore della Tuscia Laziale, in provincia di Viterbo e assomiglia ad un borgo fatato sospeso tra mito e storia, tra passato e presente, con i suoi vicoletti lastricati e le viuzze che portano in piazze minuscole.
Tutto è raccolto e a dimensione di essere umano. Una location ideale per molti film e serie TV che sono stati girati a Civita nel corso degli ultimi decenni da “I due colonnelli” di Steno alla fiction in 8 puntate ispirata a “Il nome della rosa”.
Le case antiche in pietra si affacciano sulla Valle dei Calanchi e a guardare di sotto dalle loro finestre si ha la sensazione di essere sospesi nel vuoto. Nella piazza principale svetta la Chiesa di San Donato edificata a partire dal V secolo con visibili elementi di arte romanica.
Sempre nella piazza della chiesa c’è il Museo Geologico e delle Frane, ospitato in un aristocratico palazzo rinascimentale. Nelle quattro sale che raccontano l’evoluzione del territorio, la storia geologica e i fossili marini della zona, si capisce perché lo scrittore Bonaventura Tecchi l’abbia definita la Città che muore: l’erosione finirà per far crollare tutto e perciò il monitoraggio della situazione geologica è continuo. Sono rimasti 16 abitanti e i visitatori possono accedere solo in determinati orari del giorno, pagando un biglietto d’ingresso per contribuire alla conservazione del sito.