Le istituzioni monegasche che si occupano di natura hanno predisposto un ambizioso piano d’azione nazionale in collaborazione con il mondo della ricerca per il ritorno degli esemplari di Pinna Nobilis devastati da un’epidemia nel Mediterraneo. Una vera sfida per tutto il Mediterraneo.
La grande madreperla è un tesoro mediterraneo purtroppo in via d’estinzione. Il nome scientifico è Pinna nobilis, ed è il più grande mollusco del Mediterraneo. Per decenni, se ne sono viste centinaia nel fondale della Riserva Marina del Larvotto, all’interno della quale l’Associazione monegasca per la la protezione della natura (AMPN) invitava regolarmente gli esperti di questo bivalve che venivano a seguire e studiare il loro sviluppo. Ne furono identificati fino a 600 esemplari, misurati e monitorati nel 2015.
Poi nel 2016 un’epizoozia è scoppiata sulla costa spagnola e si è rapidamente diffusa in tutto il Mediterraneo, decimando gradualmente tutte la popolazione di grandi madrepore. Il Principato non ha è stato risparmiato, l’epizoozia ha colpito le nacchere marine di Monaco alla fine del 2018. Il parassita che le ha infettate, colpisce le ghiandole digestive delle grandi conchiglie di madreperla ed impedisce loro di nutrirsi, facendole morire di fame.
L’epizoozia ha portato la IUCN (International Union for Conservation of Nature) a classificare la Pinna Nobilis in pericolo critico di estinzione.
Il Centre Monégasque de Soins des Espèces Marines (Centro monegasco per la cura delle specie marine) creato nel 2019 dall’Istituto Oceanografico all’interno del Museo Oceanografico si unisce al governo del Principe e all’AMPN in questa mobilitazione collettiva.
ALLA RICERCA DELLE PINNE NOBILIS SUPERSTITI
A partire dalla fine del 2018, è stato istituito un monitoraggio regolare della situazione epidemica nelle acque monegasche. La comunità subacquea pratica immersioni regolari alla ricerca di superstiti che per ora hanno dato esito negativo. si è anche provato nel 2019 a cercare di catturare nella corrente il novellame di madreperla grande per rimetterli nella riserva ma anche in questo caso nessun risultato, il che significa che non vi sono esemplari adulti viventi non identificati dai subacquei.
Da metà febbraio all’inizio di aprile 2021, periodo durante il quale le foglie di Posidonia sono corte, diverse campagne di osservazione avranno come obiettivo di identificare le giovani gnacchere marine che sono solitamente difficili da individuare, nella speranza di trovare individui vivi e tentare di ricostituire la popolazione. La Direction de l’Environnement, l’AMPN e il Museo Oceanografico invitano tutti a partecipare a questo lavoro, dalla Divisione di polizia marittima e aeroportuale, alla Direction des Affaires Maritimes, la Compagnie des sapeurs-pompiers, la Compagnie des Carabiniers du Prince, il Centre Scientifique de Monaco, i Monaco Diving Clubs o soggetti privati come il SETEC (ufficio di progettazione ingegneristica).
Solo alcune piccole aree, in particolare stagni e lagune, ospitano ancora popolazioni di Pinna Nobilisi. Il ritorno di questa maestosa conchiglia in tutto il Mediterraneo richiederà uno sforzo collettivo in ogni paese.