Cosa succede quando un’istituzione come il Centre Scientifique di Monaco incontra Chanel gioielleria? La voglia di realizzare un progetto per proteggere i coralli del Mediterraneo.
È stata presentata l’unità di ricerca sulla biologia dei coralli preziosi, creata dal Centre Scientifique di Monaco e Chanel. Obiettivo, sviluppare programmi di ricerca fondamentali per comprendere meglio alcuni processi chiave nella vita del corallo rosso dl Mediterraneo, con l’obiettivo di proteggere questa specie. Il programma avrà una durata di 6 anni.
Se Chanel, per voce di Frédéric Grangie, presidente dell’orologeria e gioielleria del gruppo, si è detto molto felice di poter contribuire a questo programma per proteggere il corallo, la professoressa Françoise Gaill direttrice di ricerca emerita al CNRS e vice-presidente della piattaforma Ocean et Climat, ha spiegato: “Il corallo rosso del Mediterraneo è in grande pericolo e non solo per i cambiamenti climatici ma per una raccolta abusiva, a causa della pesca, per l’inquinamento. Come si è riusciti a creare dei diamanti sintetici forse questa collaborazione tra scienza e moda potrà portarci grandi sorprese e soddisfazioni”.
Non c’è dubbio sulla competenza e rinomanza internazionale del CSM nella biologia del corallo rosso del Mediterraneo; il fatto che purtroppo, nonostante le direttive di vari organismi internazionali, gli stock di coralli preziosi continuano a diminuire nel mar Mediterraneo. Quindi grazie al contributo di Chanel il CSM cercherà soluzioni innovative per aiutare a conservare queste specie.
Il professore Denis Allemand, direttore generale del Centre Scientifique ha ricordato quanto tempo sia occorso perché i ricercatori comprendessero cosa fosse davvero il corallo: una pietra, un vegetale o un animale? Scoprì la natura animale del corallo, a metà del 18 secolo, il medico naturalista marsigliese Jean-André Peyssonnel, che però non riuscì a pubblicare la sua scoperta in Francia ma solo in Inghilterra. Da allora purtroppo, la scienza non ha fatto grandi passi per scoprire i segreti del corallo e non ha nulla da spartire con il lontano parente tropicale.
Nel programma avviato, Denis Allemand, ha spiegato che gli studi che si stanno facendo riguarderanno anche la sua bio-mineralizzazione, ossia come si crea la struttura dura del corallo, simile alle ossa, alle conchiglie ma anche alle perle. Scoperte che potrebbero portare risposte anche anche a questioni che riguardano la struttura del corpo umano ma anche lo studio dei batteri del corallo. Un programma che lascia ben sperare per evitare che il corallo rosso sparisca dal nostro Mediterraneo.