DUE DOMANDE A NOLE DJOKOVIC

Numero 1 della classifica ATP, Nole Djokovic, gioca in casa dato che è residente nel Principato. Dopo l’Open di Australia ha fatto una pausa per allenarsi e partecipare al Masters di Monte-Carlo.

Monte-Carlo Masters: due domande a Nole Djokovic

D.: Hai dovuto fare una preparazione particolare, mentale e fisica, per giocare sulla terra, dopo l’Australia?

N.D.: Beh, non in particolare. Ho avuto alcuni periodi nella mia carriera in cui non ho giocato per un paio di mesi e poi sono tornato. Quindi non penso che ci sia qualcosa di speciale che devo fare in termini di preparazione per sentirmi al meglio in campo.
Mi sono allenato molto sulla terra battuta da quando mi sono ritirato da Miami, mi sono allenato qui a casa, dove c’è la mia famiglia e dove sto proprio bene. Mi sento preparato fisicamente e non vedo l’ora di giocare la prima partita. È un peccato che non ci sia il pubblico, speriamo che torni presto nei tornei europei. Certo per noi che abitiamo qui arrivare al Country Club ed avere tutto questo posto per allenarci prima delle partite è un lusso. In tempi normali non ci sono campi per tutti, li dobbiamo condividere, invece ora ci possiamo permettere di vedere anche gli allenamenti degli altri di parlare con i colleghi, di fare due passi intorno al campo.

D.: Hai avuto la possibilità di allenarti con Jannik Sinner o lo hai visto giocare dato che potrebbe essere un tuo avversario?

N.D.: Mi sono allenato molto con Jannik negli anni scorsi. Non abbiamo più giocato nell’ultimo anno e mezzo perché non eravamo mai nello stesso posto allo stesso tempo. Prima, quando era un junior in ascesa, ci siamo allenati molto nell’accademia di Piatti, qui a Monaco, sia sui campi duri che su quelli in terra battuta. Così ho visto il suo sviluppo, per così dire, la sua crescita, la sua strada per arrivare dov’è ora. È davvero impressionante. È una persona molto, molto gentile. Sta lavorando molto duramente. Ha tutto quello che di positivo serve per diventare un campione. È circondato da un ottimo team. Conosco tutte queste persone da molto tempo. Riccardo (Piatti) è stato il mio allenatore nei primi anni della mia carriera professionale. È in buone mani. È davvero impressionante. Sembra che non sia soddisfatto di ciò che ha raggiunto finora. Vuole fare di più, il che è bello vedere che c’è fame in lui. Non ci siamo mai affrontati in un match ufficiale, quindi sarebbe sicuramente grande giocare contro di lui sulla terra battuta e vedere cosa potrebbe accadere.