L’Ambasciatore d’Italia a Monaco, rivolge il suo discorso agli italiani residenti nel Principato di Monaco in occasione dei 75 anni della Repubblica Italiana, che riportiamo fedelmente.
“Cari connazionali, cari amici, in occasione della Festa della Repubblica, desidero rivolgere a Voi tutti il più cordiale saluto. Ancora una volta siamo costretti a far ricorso alla tecnologia per celebrare la Festività nazionale in modalità virtuale; e quindi a rinviare il momento in cui poterci incontrare in una cerimonia pubblica per ricordare questo avvenimento fondamentale della nostra Storia.
Anche quello passato è stato un anno particolarmente difficile, trascorso lottando contro una terribile pandemia che ha portato lutti, sofferenze e crescente disagio nel nostro Paese, come nel mondo intero. E proprio quale forma di rispetto nei confronti di quanti hanno attraversato e tuttora attraversano difficoltà e dolori, le nostre Autorità hanno voluto dare a queste Celebrazioni carattere di massima sobrietà, in Italia e all’estero.
Sono passati 75 anni da quando il popolo italiano, col Referendum del 2 e 3 giugno 1946, seppe realizzare un profondo cambiamento nelle regole del vivere comune; scegliendo liberamente la forma di Stato repubblicana e successivamente creando Istituzioni democratiche, dopo gli anni luttuosi della dittatura e della guerra. In quel periodo lontano, i nostri nonni trovarono la forza per sanare profonde ferite materiali e morali; trasformando in pochi anni un Paese esausto in una delle democrazie fra le più prospere ed avanzate al mondo, realizzando un’impresa che fu straordinaria e tumultuosa.
In ambito internazionale, fin da subito la Repubblica ha ricercato la collaborazione con tutti i Paesi e con gli Organismi sovranazionali, nella consapevolezza che le chiavi della pace e del benessere sono costituite dalla cooperazione, dalla reciproca comprensione e dallo sviluppo condiviso. Questa è, del resto, l’esperienza costituita dall’integrazione europea, della quale l’Italia è stata fra i Padri fondatori.
Spirito di coesione, impegno e creatività furono le chiavi del “miracolo”.
La Festa nazionale del 2 giugno non ha mai voluto essere una semplice rievocazione, ma l’occasione per riflettere sugli insegnamenti che la nascita della Repubblica riesce ancora a trasmetterci; e da quella pagina della nostra Storia continua a giungerci un messaggio di speranza e di fiducia nell’avvenire, di cui abbiamo oggi grande bisogno per affrontare la prova della ricostruzione del post-pandemia.
Avvertiamo una volta di più il valore essenziale della concordia nazionale, della necessità di un’assunzione di responsabilità sia personale che condivisa, in quanto ciascuno è chiamato a raccogliere nel proprio ambito le sfide per superare incertezze e difficoltà di un intero Paese. Nella piena consapevolezza del ruolo decisivo dell’Europa, alla quale siamo legati da un destino comune, come proprio la pandemia ha dimostrato ancora.
La Storia insegna che non è la prima volta che l’Italia è costretta a risollevarsi per riprendere un percorso di crescita e di rinnovamento; ma anche che l’energia e la creatività che da sempre contraddistinguono il nostro straordinario Paese ci consentiranno di rinascere.
Cari connazionali,
l’anno trascorso ha rappresentato il primo della mia missione quale Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco; le nostre occasioni di incontro sono state purtroppo limitate e pesantemente condizionate dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
Ma questi mesi mi hanno pure consentito di comprendere quanto profondi e vitali siano i rapporti con il Paese che ci ospita; legami costituiti da una comune tradizione culturale, da considerevoli e crescenti rapporti economico-commerciali, da sentimenti di sincera solidarietà, come ha mostrato il generoso aiuto che il Governo del Principe ha disposto in favore dei territori del Ponente ligure colpiti nell’ottobre scorso da una calamità naturale. Altrettanto significative sono le prospettive per l’avvenire: il recente “Accordo sul telelavoro”, firmato dal Ministro di Stato di Monaco e dal Ministro del lavoro italiano, costituisce la base per un consolidamento della presenza di lavoratori italiani nel Principato. E l’ormai imminente inaugurazione del Porto di Ventimiglia, che la Società “Monaco Porti” ha ristrutturato dopo averlo avuto in concessione, è suscettibile di generare un rilevante indotto su tutto il territorio circostante.
Cari connazionali, cari amici,
auspico vivamente che nei mesi a venire avremo molte occasioni per recuperare il tempo perduto; e che la prossima Festa nazionale potrà essere finalmente celebrata tutti insieme, come eravamo abitati a fare; condividendola con i tanti amici monegaschi che da sempre guardano all’Italia con affetto sincero.
Viva l’Italia, viva il Principato di Monaco, viva l’amicizia fra i nostri due popoli! Buona Festa della Repubblica!”
L’Ambasciatore, Giulio Alaimo
Qui sotto potrete seguire l’Inno di Mameli diretto dal Maestro Riccardo Muti ed eseguito dall’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” accompagnata dal coro del teatro Municipale di Piacenza.
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