S.A.S. il Principe Albert II è a Glasgow, dove partecipa alla COP26 sul clima. Accolto, come tutti i Capi di Stato, dal Premier britannico, Boris Johnson e dal segretario dell’ONU, Antonio Guterres.
Il Sovrano di Monaco ha partecipato all’iniziativa Because the Ocean, presso l’università di Edimburgo, in cui è stata lanciata la terza dichiarazione che ha riaffermato il messaggio essenziale: per proteggere gli oceani occorre proteggere il clima.
La dichiarazione – descritta come “un’iniziativa multi-stakeholder per un risultato multilaterale sull’oceano alla COP26” – chiede l’adozione di una decisione del COP26 che incoraggi tutte le parti della Convenzione delle Nazioni Unite sul clima ad affrontare meglio l’interazione tra oceano, clima e biodiversità nei loro piani di attuazione dell’Accordo di Parigi, e a riconoscere la necessità di una maggiore ambizione a tutti i livelli per affrontare il cambiamento climatico e proteggere l’oceano.
Oltre al Principe di Monaco gli altri partecipanti presenti per l’iniziativa sono il ministro cileno dell’ambiente Carolina Schmidt; il segretario generale del Forum delle isole del Pacifico Henry Puna; il ministro belga del clima, Zakia Khattabi e ministri e ambasciatori di Australia, Colombia, Repubblica Dominicana, Fiji, Francia, Indonesia, Irlanda, Panama, Seychelles, Spagna e Svezia.
I firmatari si impegnano a: lavorare per accelerare gli sforzi per eliminare gradualmente le emissioni di gas serra dalla navigazione internazionale; promuovere lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili pulite in mare, tenendo conto dei possibili impatti sugli ecosistemi marini e costieri; sostenere il rafforzamento delle fonti pubbliche e private di sostegno all’adattamento climatico e alla mitigazione degli oceani, comprese le banche multilaterali di sviluppo, i fondi per il clima, l’assistenza ufficiale allo sviluppo e altre istituzioni finanziarie internazionali; collaborare con l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) per raggiungere questi obiettivi e promuovere lo scambio di conoscenze e buone pratiche.
S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco ha sottolineato il ruolo essenziale che l’oceano svolge nella regolazione del clima, assorbendo più del 25% delle emissioni di CO2 e il 90% del calore in eccesso dovuto al riscaldamento globale. Ha anche menzionato l’impatto del riscaldamento delle acque oceaniche, i cambiamenti nelle correnti oceaniche e l’acidificazione degli oceani sulla vita marina, così come gli effetti dell’innalzamento del livello del mare sugli ambienti costieri e il crescente numero di eventi meteorologici estremi legati all’oceano.
Il sovrano di Monaco ha puntualizzato durante il suo intervento: “Dobbiamo esplorare pienamente il ruolo dell’oceano e sforzarci di conoscerlo meglio, sviluppare strumenti di conservazione, rafforzare i mezzi per promuoverlo, migliorare la sua governance e prendere meglio in considerazione le questioni oceaniche in tutti i negoziati delle Nazioni Unite“.
Nonostante il legame cruciale tra l’oceano e il clima, è stato solo alla COP25, di Madrid nel 2019 sotto la presidenza cilena, che l’oceano ha cominciato ad essere veramente preso in considerazione nel lavoro della Convenzione delle Nazioni Unite sul clima. Dei 120 Nationally Determined Contributions (NDCs) presentati prima della COP26 nell’ambito dell’Accordo di Parigi, 80 fanno riferimento ad azioni per l’oceano, permettendo al presidente della COP25 Carolina Schmidt di dire oggi, dopo aver consegnato la presidenza della COP26 al Regno Unito, che: “la COP è diventata blu e tutte le COP successive saranno blu”.
I Paesi firmatari dell’iniziativa Because the Ocean sono per ora 39 ma dovrebbero aumentare alla fine della COP26,