Qualche tempo fa, molto in incognito, un giovane imprenditore serbo veniva a visitare Monaco e la Costa Azzurra per ammirare gli immobili d’epoca che rendono unico il profilo delle nostre città. Sembrava un appassionato studioso di architettura neoclassica ma in realtà c’era un proposito molto importante dietro al suo profondo interessamento, un progetto ambizioso. Abbiamo incontrato Zelijko Mitrovič e ci ha raccontato la ragione del suo interesse per la nostra architettura e della sua periodica presenza nel Principato.
MCin: Signor Mitrovič, lei è affascinato da Monaco e la Costa Azzurra da molto tempo, per quale motivo?
Z.M.: Ho sempre ammirato i grandi palazzi dallo stile Bell’Époque. Le loro forme e il loro stile architettonico sono espressione di un’eleganza senza tempo, di una armonica maestosità intramontabile, di valori eterni. Non solo mi incuriosivano e amavo studiarli da vicino, ma mi piaceva pensare che un giorno sarei diventato proprietario di un palazzo di imponenti dimensioni in cui si rispecchiassero proprio quegli stili architettonici che sono un emblema per Monaco e la Costa Azzurra.
MCin: Vuole dire che tra qualche tempo lei farà costruire un palazzo in stile belle Époque per lei?
Z.M.: È già in costruzione! Ho studiato per diverso tempo il Metropole Hotel Monte-Carlo e la sua ristrutturazione agli inizi degli anni ‘80, la stessa sede della Barclays. Ho ammirato l’Hotel de Paris e l’Hotel Hermitage. Sulla Promenade des Anglais a Nizza diverse volte ho soggiornato al Negresco, tutto questo per imprimere nella mia mente i dettagli e le forme che desideravo riprendere nel progetto per il mio palazzo a Belgrado.
Prima di avviare il progetto di costruzione ho valutato attentamente le possibilità di acquistarne uno già esistente e di restaurarlo. Tuttavia mi sarei dovuto scontrare con le difficoltà che la ristrutturazione di vecchi edifici comporta; difficilmente si può conciliare le necessità dettate dalla nuova destinazione d’uso in chiave moderna e i vincoli imposti dal recupero dell’aspetto esistente.
Il progetto che ho scelto è un connubio tra antico e moderno ed è anche un riflesso delle tendenze più attuali. Ero stanco delle brutali forme dell’architettura orientale, dei suoi blocchi di cemento e vetro postmoderni. Volevo avviare un’ondata di rinnovamento dell’antico patrimonio culturale nel mio paese: per questo ho scelto la combinazione tra materiali e tecnologie moderne, soprattutto per gli spazi interni e le forme intramontabili dello stile neoclassico.
MCin: Perché in Serbia una casa del genere sarebbe veramente un edificio unico ed eccezionale?
Z.M.: Questo è il mio desiderio, questo è ciò che sto realizzando. Per il mio palazzo, di cui ho seguito personalmente la progettazione, mi sono ispirato all’armonia della sezione aurea: gli spazi, le forme e le soluzioni architettoniche scelte per la costruzione dell’edificio creeranno un unicum nel suo genere, poiché non esistono strutture simili, almeno nei Balcani.
Il progetto ha avuto da subito ampia risonanza a livello internazionale: il suo valore è stato anche riconosciuto da importanti architetti, anche monegaschi, che hanno subito riconosciuto le ispirazioni ricavate dagli edifici neoclassici della Costa e hanno apprezzato il mio modo di rielaborarle. Questo mi dà ancora più forza nel portare avanti con determinazione il progetto e nel contribuire, per quanto mi è possibile, al bene generale del mio Paese.
MCin: Signor Mitrovič; lei è un imprenditore di successo e soprattutto un visionario. Col gruppo PINK offre televisione, intrattenimento, editoria, discografia e telefonia. È talmente appassionato di aeronautica da aver fondato la AirPINK, seconda compagnia aerea privata in Europa. Ama la tecnologia e la scienza rivoluzionaria. Di cosa si sta occupando in questo periodo?
Z.M.: Sono sempre stato profondamente attratto dalla tecnologia, dalla trasformazione digitale e da progetti futuristici applicabili in tutti gli ambiti. Potrei dire che è stata proprio l’attitudine visionaria aperta al futuro a guidarmi negli anni per lo sviluppo di tutte le mie attività.
In questo momento, in particolare, grazie al PDRC (PINK Development and Research Center, ndr) ho potuto fondere le mie due grandi passioni per l’aeronautica e la ricerca tecnologica. Con il nostro team di ingegneri ed esperti infatti ci stiamo concentrando sullo sviluppo di droni, di vere e proprie macchine volanti e di altre innovative soluzioni di ingegneria aerea.
Credo sia essenziale non perdere mai la capacità di immaginare nuove frontiere tecnologiche da raggiungere, perché solo in questo modo è possibile aspirare a una continua evoluzione, a un continuo miglioramento della nostra esistenza.