Frédéric Genta è il Delegato interministeriale per l’attrattiva e la transizione digitale del governo di Monaco. L’uomo a capo di una cellula speciale, destinata a trasformare il Principato in una smart city altamente sicura, con altrettante attività smart.
MCin: Frédéric Genta come definirebbe Monaco?
F.G.: Potrei dire che il Principato di Monaco è un in un certo senso un Paese importatore. Da diversi anni infatti importiamo talenti: investitori, imprenditori e turismo di alta qualità. In un mondo che diventa sempre più competitivo, con degli standard sempre più elevati è importante continuare a lavorare per attirare nuove attività e investitori ma anche di integrare le persone che si trasferiscono da noi e dobbiamo fare in modo che vivano qui e che sia per loro un incredibile vivere nel Principato. Questo è un soggetto al centro della nostra attenzione con Paesi che sono nostri concorrenti anche se più grandi o molto distanti come Singapore, Dubai ma anche la stessa Svizzera e il Portogallo; anche l’Italia è diventata competitiva in un certo modo, grazie a certi forfait fiscali. Il nostro obiettivo è quello di guadagnare parti di mercato e per questo dobbiamo attrarre sempre di più.
MCin: Missione complicata che impegna quotidianamente senza abbassare mai la guardia. Qual è la strategia?
F.G.: È una questione che comprende molti fattori. Il primo passo è quello di farci conoscere. Ci sono ancora posti in cui il Principato non è conosciuto. Poi dobbiamo per esempio spiegare ai Paesi più vicini come la Gran Bretagna, il Belgio, la Svizzera e ai paesi Scandinavi, in che cosa Monaco è pertinentemente interessante per loro. Quindi c’è la questione accoglienza che deve essere straordinaria verso residenti e investitori, perché è il primo contatto al loro arrivo. C’è poi la parte storica del Principato che è fondamentale: la storia, con la forte stabilità politica, ed economico-finanziaria, la sicurezza, l’educazione internazionale, la digitalizzazione in corso, la facilità per creare la propria attività commerciale o società, queste sono tutte componenti fondamenti per rendere attrattivo il Paese.
MCin: Se da una parte il Principato oggi si presenta come un paese avanguardista, avviato a diventare Smart city è anche vero che il cittadino in certi settori si deve confrontare con una certa burocrazia cartacea….
F.G.: Certo abbiamo già fatto molto ma tanto resta ancora da fare. La buona notizia è che per tutto quello che riguarda il digitale abbiamo montato l’infrastruttura ai più alti standard internazionali: abbiamo creato il Cloud, lo sportello unico (MonGuichet.mc) per le persone e le aziende; abbiamo creato l’identità digitale per monegaschi e residenti. E queste sono le basi. Se guardiamo l’Europa stanno pensando adesso a creare l’identità digitale per esempio. Gli Stati europei parlano di rendere il Cloud sovrano obbligatorio entro il 2027: noi lo abbiamo già fatto. Così come la fibra che è stata installata in tutta Monaco e il 5G, che offrono una connessione eccezionale. Le persone però a volte non si rendono conto di tutto quello che abbiamo intrapreso per rendere la vita più facile e sicura nel loro quotidiano. Tutto quello che riguarda le carte di residenza è stato digitalizzato. Certo ci sono ancora molti servizi su cui dobbiamo lavorare, penso soprattutto alle imprese, ai servizi fiscali ma anche al servizio della Circolazione, per immatricolazione e patenti però e ci stiamo lavorando.
MCin: Genta, lei paragona quello che fate a Monaco con i Paesi Europei che però sono molto più grandi, rispetto a Monaco, dei giganti che anche a causa della loro politica mettono molto tempo a decidere e poi a realizzare quello che devono fare. Non pensa che la gente a Monaco, essendo il Paese più piccolo, si aspetti più rapidità ?
F.G.: Non mi sciocca affatto che le persone siano ambiziose e vogliano di più. Siamo a Monaco è normale! Al contrario nel mondo digitale essere piccoli è uno svantaggio. Quando lei deve creare un servizio digitale che lo debba realizzare per 50 mila persone o 50 milioni di persone il prezzo è lo stesso. Quindi per un piccolo Stato tutto è più caro e complicato da realizzare, i nostri budget non sono comparabili a quelli dei grandi Paesi. In certi casi siamo stati molto veloci, per esempio nel digitalizzare i servizi del governo, abbiamo concentrato tutto sotto il nostro cappello. Si è trattato di una decisione forte che ha permesso di fare più in fretta con un relativo aumento di bilancio. Quando si è un grande Stato come la Francia o l’Italia nel bilancio ci sono diversi miliardi destinati alla trasformazione digitale il processo è più rapido. Noi dobbiamo essere intelligenti, realisti e agili; scegliamo anche un digitale di alto livello in termine di sicurezza e realizziamo le cose ad una buona velocità ma vorremmo andasse tutto più veloce. Allo stesso tempo sto molto attento ad ascoltare quale servizio le persone vorrebbero rapidamente digitalizzato. Ricordiamoci che abbiamo iniziato solo 5 anni fa, quando S.A.S. il Principe Alberto II ha lanciato il programma Extended Monaco.
MCin: Quindi l’attrattiva del Principato passa per la digitalizzazione ma il vero soggetto oggi non è la cyber sicurezza?
F.G.: Rientra nelle promesse di Monaco. Sicurezza fisica, finanziaria, sicurezza sanitaria ed ora anche una promessa di sicurezza digitale. Per noi la cyber sicurezza passa per il Cloud. Oggi per un’azienda applicare la cyber sicurezza è molto complicato e la nostra risposta è il Cloud e il fondo Blu, che è uno strumento d’aiuto per portare le imprese nel Cloud. Il giorno che tutte le società saranno sul Cloud il problema della cyber sicurezza avrà fatto un grande passo avanti, non risolto perché è sempre in evoluzione purtroppo.
MCin: In cosa è per chi, Monaco è davvero attrattiva?
F.G.: Siamo un Paese con poco spazio, quindi le due attività che hanno uno sviluppo esponenziale sono la finanza e il digitale. In effetti che lei abbia dieci mila euro o cento milioni ha bisogno dello stesso spazio, stesso locali e un certo numero di computer, uguale per il digitale che lei sia su un telefono o un computer quello che occorre è il server. Noi cerchiamo dei residenti attivi, non possiamo raddoppiare la popolazione residente quindi per la crescita bisogna che i residenti possano creare valore economico, perciò cerchiamo family office, attività d’investimento industrie che non abbiamo bisogno di grandi spazi.
MCin: Cosa fa il consiglio per l’attrattiva formato da persone che lavorano ne Principato?
F.G.: Sono il Segretario Generale del consiglio che è in effetti molto utile perché ci consente diavere il polso della situazione e scegliere gli assi prioritari per i bisogni delle aziende, per i commercianti o le attività alberghiere e ci permette di capire che le azioni che decidiamo sono pertinenti. Inoltre i consiglieri portano idee grazie alla loro esperienza, per aumentare la crescita. Il consiglio per l’attrattiva si riunisce 7/8 volte l’anno; lo abbiamo ascoltato su questioni legate alla finanza, al digitale, allo sviluppo internazionale e su questioni legate all’immagine di Monaco e al turismo. In questo modo è possibile avere una politica di governo ancorata sempre più alla realtà.
MCin: Quale sarà il prossimo progetto digitale ?
F.G.: Fine 2024 inizio 2025 ci sarà la digitalizzazione dell’insieme delle relazioni tra imprenditori e impiegati con le offerte di lavoro online. Ogni impiegato avrà un’identità digitale quindi tutto quello che riguarderà l’offerta di lavoro, le assunzioni, il permesso di lavoro, sarà tutto online e tutto sarà velocizzato evitando code negli uffici.