La MBI ha festeggiato questo anno la 15 edizione. Iniziata nel 2010, come ha detto S.A.S. nella sua allocuzione di apertura, la Monaco Blue Iniziative è nata come sua idea dopo la conferenza ONU sui cambiamenti climatici tenutasi nel 2009 a Copenaghen.
©Olivier Huitel/FPA2
Di fronte alla difficoltà di progredire in modo globale; di fronte alla necessità di tenere maggiormente conto dei problemi dei mari e degli oceani nei negoziati internazionali sull’ambiente, e di fronte all’urgenza di prendere iniziative concrete a favore di tali spazi marini, il sovrano di Monaco sentì il bisogno di pensare collettivamente a nuovi strumenti.
Strumenti per pensare, per collaborare, per agire.
Questo era dunque l’obiettivo di questo think tank informale, che da allora si riunisce ogni anno intorno alle grandi sfide che determinano il futuro dei nostri mari e oceani presso il Museo Oceanografico.
Durante questi quindici anni la consapevolezza della necessità di proteggere gli oceani si è consolidata con l’obiettivo 14: vita sotto il mare, istituito con la COP21 del 2015 a Parigi; nel 2019 con il rapporto speciale dell’IPCC su gli oceani e la criosfera. Per non parlare dell’economia blu e delle aree marine protette; le discussioni sulla biodiversità fino all’obiettivo “30×30” adottato nella convenzione sulla diversità biologica.
Quindi la MBI ha assunto un’importanza vitale nelle discussioni sulla salvaguardi degli oceani. Ed anche la riunione di oggi ha visto come argomenti di dibattito temi attuali come, la finanza blu e come il settore privato possa essere vitale per la sostenibilità dell’ambiente marino.
La discussione sugli oceani continuerà a Barcellona con la conferenza intergovernativa dell’UNESCO ed Atene durante la conferenza “Il nostro oceano” per culminare nel giugno 2025 con la terza conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani che si terrà a Nizza. Monaco ospiterà la discussione sull’economia blu ed il forum sulla finanza, a questo scopo è stato firmato il MoU (Memorandum of Understanding) fra FPA2, Fondazione Principe Alberto I e la Francia.
Anche se tanto è successo in questi quindici anni, è ancora molto il lavoro da fare. Tutti questi eventi ci offriranno l’opportunità di continuare a far sentire la voce dell’oceano, per ribadire la necessità di maggiore considerazione e di confermare l’urgenza di agire.