CATERINA CASELLI: LA MUSICA, UNA PASSIONE INARRESTABILE

L’Associazione Dante Alighieri ha invitato Caterina Caselli, in occasione del docufilm a lei dedicato. Cantante, scopritrice di talenti, l’abbiamo incontrata per scoprire che la musica è una passione senza fine.

L'Associazione Dante Alighieri ha invitato Caterina Caselli, in occasione del docufilm a lei dedicato. Cantante, scopritrice di talenti, l'abbiamo incontrata per scoprire che la musica è una passione senza fine.

Caterina Caselli, lei è diventata famosa con il Festival di Sanremo e il famoso taglio di capelli che la soprannominò “casco d’oro” ma se non ci fosse stata quell’occasione, cosa avrebbe voluto fare nella vita? “Sicuramente un lavoro in cui ci fosse la musica. Fin da piccola ho sempre amato cantare, anche in famiglia mi hanno sempre detto che appena sentivo la radio cominciavo a muovermi. A casco d’oro sono molto affezionata anche se oggi è diventato color della luna. Un taglio che mi fu fatto da Vergottini, credo che il pubblico, tra il taglio di capelli e la canzone Nessuno mi può giudicare, sentì un netto cambiamento, un’aria di libertà per la donna“.

Era il periodo in cui iniziò l’emancipazione femminile… “Come no, un’epoca straordinaria. Mentre quando avevo 14 anni e dovevo andare al matrimonio di qualcuno, io mi vestivo come mia madre. Fu una rivoluzione. Ad Ischia una signora che incontrai ad Ischia un giorno mi disse, voi mi piacevate tanto perché eravate prepotente ed ho pensato: che bello, ho dato anche io l’imput per l’indipendenza della donna“.

Cosa e chi le piace oggi nel panorama della musica? “Io non amo la trap, questi testi non mi piacciano perché trattano la donna senza rispetto. invece abbiamo bisogno di rispetto tutti. Ci sono voci interessanti a parte le voci che mi sono familiari perché abbiamo lavorato insieme come Elisa, Malika poi c’è Arisa che ha una voce pazzesca ma la voce non è tutto. Importante è chi scrive musica e testi. E a proposito di testi ho letto un articolo di psicologi che spiegavano che i test della Trap sono assolutamente diseducativi, molto negativo. Se nella divulgazione si trovano veri artisti che hanno un altro linguaggio, questo è molto positivo. Noi a Sanremo presentiamo Lucio Corsi, un vero poeta della Maremma, per fare un esempio, vogliamo dare possibilità e spazio ad artisti che non sono necessariamente dei trap o dei rap“.

Quali sono le doti per avere successo? “La voce non basta, ci vuole carattere, affidabilità, coraggio ci vuole tanta umiltà e delle persone accanto che siano affidabili. Pino Daniele o Lucio Battisti avevano una bella voce, non nel senso classico ma erano riconoscibili, subito”.

Qual è il sogno nel cassetto oggi di Caterina Caselli? “La passione per la musica non mi lascerà mai, oggi è mio figlio che segue la casa discografica ma io vado in ufficio ogni giorno, il mio lavoro è necessario. Oggi quello che mi piacerebbe realizzare è un progetto che riguarda Paolo Conte. Si tratta di un’opera totale, che ricordo, Paolo Conte aveva scritto 4 paginette, con un titolo lungo ma meraviglioso: Quando mio nonno andava a Parigi a vedere Josephine Backer. Poi nel tempo, Conte scrisse un libro e realizzò 1500 disegni per raccontare la Parigi nel 1925. Un’esplosione di creatività: dai jazzisti di New Orleans a Jean-Cocteau, Coco Chanel, tutto il mondo creativo era lì. Conte racconta con la musica questo mondo e per me lui è un vero fuoriclasse”.

Cosa ascolta quando è a casa? “A casa musica classica, le canzoni le ascolto in ufficio. Per me la voce in questo momento è quella di Cecilia Bartoli (direttore dell’Opera di Monte-Carlo) è strepitosa, una voce angelica. Lei è una grandissima cantante“.

Il pubblico della Dante Alighieri, accorso al teatro Princesse Grace, ha accolto con grande successo la proiezione del docufilm dedicato a Caterina Caselli che intervenuta al termine della proiezione.

Ft©RosannaCalò