Il nuovo Segretario Esecutivo del Santuario Pelagos, dottoressa Maria Betti, racconta le sfide e i progetti per la protezione dei mammiferi marini e della biodiversità del Mediterraneo.
A giugno 2025 la dottoressa Maria Betti è stata nominata Segretaria Esecutivo del Santuario Pelagos, l’unica area marina transfrontaliera al mondo dedicata esclusivamente alla tutela dei mammiferi marini. Con un passato da direttrice presso la Commissione Europea e le Nazioni Unite per l’Ambiente e l’Energia, Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Oceanografico di Monaco e Presidente dell’Associazione Dante Alighieri di Monaco, Maria Betti porta al Santuario un bagaglio di esperienza scientifica e diplomatica unico. In questa intervista, la dottoressa Betti spiega il valore strategico di accordi come Pelagos, RAMOGE e ACCOBAMS, il ruolo di Monaco come leader internazionale nella difesa dell’ambiente marino e le sue priorità per il futuro.

MCin: Dottoressa Betti, cosa rappresenta oggi il Santuario Pelagos a livello internazionale?
M.B.: Pelagos è un’area unica: 87.500 km² di mare tra Italia, Francia e Monaco dedicati esclusivamente alla protezione di balene, delfini e capodogli. È un laboratorio di cooperazione trilaterale, che va oltre le barriere politiche per creare impegni ambientali condivisi. È anche una piattaforma concreta per affrontare sfide attuali come inquinamento acustico, plastiche in mare, collisioni tra cetacei e navi.
MCin: Qual è il legame tra Pelagos, RAMOGE e ACCOBAMS?
M.B.: Parliamo di tre strumenti diversi ma complementari.
- Pelagos (1999) si concentra sui mammiferi marini e sul loro habitat.
- RAMOGE, nato nel 1976, protegge la fascia costiera tra Marsiglia e La Spezia e ha una forte capacità operativa, ad esempio con esercitazioni anti-inquinamento.
- ACCOBAMS (2001) invece è un accordo internazionale che coinvolge oltre 20 Paesi e coordina strategie comuni per i cetacei migratori. Insieme, sono tre pilastri strategici per la conservazione del Mediterraneo.
MCin: Il Mediterraneo è un mare sotto pressione. Perché la cooperazione internazionale è fondamentale?
M.B.: Perché nessun Paese, da solo, può affrontare minacce come cambiamento climatico, inquinamento, traffico marittimo e pesca intensiva. Questi accordi dimostrano che la diplomazia scientifica, cioè il dialogo tra Stati basato su dati e ricerca, è la chiave per agire in modo efficace e coordinato.

MCin: Monaco è al centro di questa rete. Quale ruolo gioca il Principato?
M.B.: Un ruolo essenziale. Grazie al Principe Alberto I, che fu pioniere nelle esplorazioni oceanografiche e oggi al Principe Alberto II, che è leader mondiale nella difesa dell’ambiente, Monaco è un esempio di come anche un piccolo Stato possa avere un impatto globale. La loro visione ci insegna a guardare al mare non come risorsa da sfruttare ma come patrimonio da rigenerare.
MCin: Quali sono i suoi obiettivi futuri come Segretario Esecutivo di Pelagos?
M.B.: Tre in particolare: Rafforzare l’educazione alla sostenibilità con programmi transfrontalieri e iniziative culturali che uniscano arte, scienza e politica; Potenziare la governance del Santuario, con strumenti digitali e « citizen science », per renderlo un modello replicabile nel Mediterraneo; Creare percorsi di leadership ambientale femminile, con corsi e summer school per giovani donne impegnate nella scienza e nella sostenibilità. Perché il Mediterraneo è fragile, ma anche una culla di biodiversità e civiltà. Proteggerlo significa garantire un futuro sostenibile non solo agli ecosistemi marini ma anche alle comunità che vivono di questo mare. Pelagos, RAMOGE e ACCOBAMS sono strumenti concreti: il nostro compito è rafforzarli e farne modelli replicabili. È questa la sfida che voglio portare avanti con determinazione.
