Daniel Boeri, monegasco, consigliere Nazionale (parlamentare) dove è Presidente della commissione cultura e patrimonio, appassionato d’arte e fondatore della Galleria L’Entrepôt, che ha deciso di chiudere da qualche mese per i troppi impegni ma anche esperto in economia e non ultimo scrittore. Lo abbiamo incontrato per parlare della seconda edizione del suo libro che riguarda la Cina intitolato “Chine. Une stratégie 10/50” e gli abbiamo chiesto perché la scelta di questo argomento?
D.B.: Sono andato per la prima volta ad Hong Kong nel 1969. Ero ancora studente, ed ero diventato amico del figlio del capo della polizia. Un giorno il ragazzo mi disse che potevamo andare al confine con la Cina ma che dovevamo prendere un taxi clandestino. Pagai con i miei ultimi risparmi e quando arrivammo, vidi le persone con il libretto rosso in mano, i contadini vestiti in nero lavoravano i campi. Sono stato colpito da quella vita così diversa dalla nostra. Da allora sono tornato in Cina molte volte da turista ma in seguito anche per lavoro.
MCin: Che visione ha in genere l’uomo occidentale della Cina?
D.B.: Abbiamo una visione sulla Cina molto vecchia in generale. Crediamo ancora che sia un Paese che copia e f a cattiva qualità. Se da un parte è ancora vero, questo fatto sta oscurando quello che sta diventando questo grande Paese e il suo sviluppo. Sono anni che seguo la Cina e il suo sviluppo anche per il mio lavoro di consulting.
MCin: La Cina è famosa anche per essere uno degli Stati che più inquinano. Che ne pensa?
D.B.: È vero che ha un forte inquinamento però è anche il primo produttore di auto elettriche. La Cina quando decide cambiamenti li fà rapidamente, da qui il titolo del mio libro. Perché se l’Europa impiegherà 50 anni per cambiare le cose la Cina ne metterà solo 10!
MCin: Qual è il messaggio che vuole trasmettere ai suoi lettori?
D.B.: Non si può più guardare la Cina come si faceva nel passato. Questo grande Paese si sta trasformando perché investe moltissimo nella formazione. Certo la liberà non esiste quando si pensa alla nostra libertà ma anche pensare che sono un miliardo di abitanti, 48 etnie diverse e e parlano anche dialetti (lingue) diverse. Per molti secoli la Cina è stata umiliata e la sua storia dimenticata. Oggi si stanno rivalutando molte cose. Il lavoro è lento ci vorrà tempo.
Una delle loro forze è la capacità ad adattarsi a tutte le situazioni e sono sicuro che supererà il PIL degli USA e diventerà la prima super potenza. Per questo sono felice che il Presidente cinese sia venuto in visita a Monaco. È stato il viaggio di Marco Polo al contrario. Noi siamo piccoli ed è venuto a trovarci, ci ha conosciuto, oggi abbiamo possibilità di sviluppare molte diverse attività, sempre con grande attenzione ma si aprono anche per Monaco molte possibilità.
Bisogna capire la Cina nel suo insieme e non guardare i dettagli perché errori ce ne sono tanti ma anche nel nostro mondo è così. Nel mio libro porto in esempio l’acquisto da parte di una società cinese del porto del Pireo nel 2016 per 370 milioni di euro; vedremo tra qualche anno la strategia degli imprenditori cinesi in Europa che è globale e mira a tutti i settori dell’economia europea, come fossero prede ambite: lusso, turismo, auto, ecc…. Il mondo rischia di cambiare senza che ce ne accorgiamo ed è quello che sta succedendo. Siamo troppo sicuri di noi, ci sentiamo dominanti ma dobbiamo guardare nello specchietto retrovisore.
Il Presidente Xi Jiping negli ultimi sei anni ha visitato quasi cinquanta Paesi toccando tutti i continenti ma sta anche cercando qualcosa di più: il riconoscimento del suo status da parte della comunità internazionale.
Intanto l’operoso Daniel Boeri ha fatto uscire un nuovo libro intitolato: Le monde d’avant n’est plus! (Il mondo di prima non c’è più), in cui descrive i cambiamenti che stiamo vivendo, dalla tecnologia al clima.