Da un po’ di tempo a questa parte si parla e sono annunciati da più parti i test salivari per l’identificazione del corona virus, per il momento i test non sono ancora distribuiti. Certo semplificherebbero molto l’identificazione della malattia.
Si tratta di un test meno invasivo di quello rino-faringeo, pensate quanto sia difficile sopportare il prelievo nel naso per un bambino! Quindi un esame meno invasivo e che espone ad un rischio inferiore chi compie il prelievo.
Bisogna però attendere che siano effettivamente affidabili e più affidabili dei tamponi.
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato recentemente i risultati di uno studio che include 70 pazienti ricoverati con un’infezione da SARS-CoV-2 confermata da un tampone naso-faringeo iniziale. Durante il ricovero, è stato eseguito un test della saliva in concomitanza con un altro test nasofaringeo. I loro risultati sono stati confrontati.
I risultati sembrano promettenti. Sono rilevate più copie di RNA del virus nella saliva che nei tamponi naso-faringei e il virus è presente in una percentuale più alta nel prelievo salivare 10 giorni dopo la diagnosi. Tra 1 e 5 giorni dopo la diagnosi, l’81% dei campioni salivare erano positivi e il 71%dei campioni rino-faringei erano positivi, suggerendo una sensibilità comparabile per entrambi i tipi di test durante il ricovero. Gli autori osservano una progressiva diminuzione dell’RNA virale, identica in entrambi i tipi di campioni.
L’auto-prelievo della saliva semplificherebbe ulteriormente i test. I ricercatori ritengono che, data la crescente domanda di test, i risultati di questo studio supportano il valore del test della saliva nella diagnosi dell’infezione da CoV-2-SARS.
Il test rapido salivare potrebbe essere utilizzato in modo efficace nelle scuole e eviterebbe le lunghe file in ospedali e laboratori per far i tamponi he oggi richiedono lunghe attese per i pazienti prima di ricevere gli esiti.
In Italia il test salivare è in fase di sperimentazione all’ospedale Spallanzani di Roma mentre in Francia al CHU di Montpellier. Negli USA invece, il 15 agosto scorso, la Food and Drug Administration statunitense ha rilasciato un’autorizzazione d’uso d’emergenza (EUA) alla Yale School of Public Health per il suo test diagnostico SalivaDirect COVID-19.