L’avvocato monegasco Anne Eastwood, Alto Commissario per la Protezione dei Diritti delle Libertà e la Mediazione , nominata da S.A.S. il Principe Alberto II 7 anni fa, ha un mandato che ha un’alta garanzia d’indipendenza e che a Monaco può essere rinnovato alla stessa persona solo per due volte, con una durata quadriennale. L’avvocato Eastwood resterà in carica ancora per un anno, fino alla primavera 2022.
MCin: Alto Commissario, è stata la prima nel Principato a ricoprire questa importante funzione?
A.E.: Per me è stato una sfida fantastica poter creare nel mio Paese un’istituzione per i diritti che non esisteva, realizzarla concretamente, assumere il personale, creare gli strumenti per compiere il lavoro e soprattutto realizzare una realtà all’interno della vita e del funzionamento delle nostre istituzioni. E quando guardo indietro ho sempre l’impressione che la strada sia stata lunga e laboriosa per pervenire a far comprendere il principio della mediazione e della protezione dei diritti all’interno della funzione amministrativa e diventare un interlocutore riconosciuto dalle amministrazioni e in particolare da quella dello Stato. Un lavoro lungo, molto pedagogico per raggiungere il rispetto e il riconoscimento, ed oggi sono soddisfatta perché abbiamo guadagnato il nostro spazio e la nostra credibilità.
MCin: quali sono i principali argomenti che trattate?
A.E.: Il nostro campo d’intervento è estremamente ampio ma la crisi sanitaria ha focalizzato l’attenzione politica e mediatica e dove c’erano attese e bisogni c’è stata subito risposta. Da parte mia abbiamo avuto pochi dossier da affrontare, qualche piccolo caso che ha riguardato gli aiuti economici. Tuttavia penso al profondo cambiamento del nostro modo di vivere e delle nostre abitudini e questo fa paura alla gente.
MCin: I dossier che trattate riguardano più casi di donne o uomini?
A.E.: In effetti non facciamo statistiche in base al genere. Lo facciamo solo in base alle nazionalità. Abbiamo avuto alcuni casi che hanno riguardato la discriminazione nell’evoluzione della carriera per le donne.
MCin: Lei è avvocato, Alto commissario per la protezione dei diritti ma è anche mamma di una bella bambina di 10 anni. Come ha gestito il ruolo di mamma con il suo lavoro?
A.E.: Quando è nata mia figlia avevo 35 anni ed essere madre è diventata la mia priorità. Ho messo tra parentesi la carriera professionale ed ho avuto anche la grande fortuna di poterlo fare. Non a tutte le donne è consentito. Io ho potuto vivere i primi anni di vita di mia figlia accanto a lei insieme al mio compagno; penso siano anni fondamentali per i bambini. Dopodiché ho voluto riprendere in mano la carriera professionale perché è stato un aspetto della vita che mi ha dato tante soddisfazioni e che comunque mi mancava. Mi mancava essere utile dal punto di vista sociale. Ho ripreso a lavorare senza sensi di colpa perché avevo potuto dedicarmi a mia figlia. Non è stato facile rientrare nell’universo del lavoro e ritrovare uno spazio nell’amministrazione pubblica, avevo infatti lasciato il posto di Direttore Generale nel Dipartimento degli Affari Sociali. Oggi sono soddisfatta perché riesco a gestire il mio tempo, sono utile a livello sociale ed è vero che mia figlia ha due genitori che lavorano tanto ma è la qualità di tempo che le doniamo che è importante. È un lavoro d’equilibrismo ma cerchiamo di farlo bene.
MCin: Chi è Anne Eastwood donna?
A.E.: Anne Eastwood donna è sempre stata una persona che non ha mai voluto seguire gli stereotipi della donna e questo è il motivo per cui il lavoro è così importante. Perché avere fatto degli ottimi studi mi ha dato la possibilità di avere un ottimo lavoro e riuscire ad emanciparsi soprattutto da tutti quei lavori che si mettono sempre solo nelle responsabilità della donna, per cui solo dopo, se resta tempo, potrà occuparsi di altro. Per me è sempre stato importante vivere la mia vita come ogni altro essere umano. Sono molto aiutata per avere questa indipendenza, sono contenta dell’equilibrio raggiunto e senza complessi di colpa che quotidianamente bloccano le donne.
MCin: Quali sono i suoi hobby?
A.E.: Il mio tempo libero è poco ma mi appassiona da sempre la letteratura, amo leggere e soprattutto scrivere. All’inizio della mia vita professionale scrivevo delle poesie ma poi la vita e le responsabilità asciugano in qualche modo la creatività ma ci sto lavorando per riprendere a poco a poco, vorrei ritrovare questa parte della mia personalità. Poi come a molti, mi manca lo sport in questo periodo di crisi sanitaria. A me in particolare manca soprattutto lo squash.
MCin: Lei è la figlia maggiore di una famiglia numerosa. Pensa che questo fatto l’abbia destinata a scegliere un lavoro ricco di responsabilità?
A.E.: Penso di si. I figli maggiori apprendono sempre prima il senso di responsabilità e del dovere, poi credo che la vita ci metta nel posto che ci meritiamo. La vita ti porta dove tu potrai essere più utile, e io volevo lavorare per la vita pubblica del mio Paese.