JOSEPHINE BAKER SIMBOLICAMENTE AL PANTHEON MA IL SUO CORPO RESTA A MONACO

S.A.S. il Principe Albert II ha reso omaggio a Josephine Baker, sepolta nel cimitero di Monaco dal 1975, alla vigilia dell’entrata nel Pantheon a Parigi delle ceneri dell’artista nata americana ma che scelse di divenire francese.

Il Sovrano ha tenuto un discorso davanti alla famiglia della Baker, difronte al monumento ai Caduti, in cui ha ricordato i forti legami che univano Josephine Baker al Principato di Monaco, nonché il rapporto di amicizia che esisteva tra l’artista e la principessa Grace. È seguito un minuto di silenzio, dopo il quale gli inni americano, francese e monegasco sono stati suonati dall’Orchestra dei Carabinieri del Principe.

Dopo la benedizione di Padre Cesare Penzo, Cappellano di Palazzo, che aveva all’epoca celebrato l’inumazione Josephine Baker il 2 ottobre 1975 a Monaco, S.A.S. il Principe Albert II, l’Ambasciatore di Francia a Monaco, Laurent Stefanini, la signora Kristen Grauer, Console Generale degli Stati Uniti a Monaco, hanno deposto una corona di fiori sulla tomba.

Il Sovrano ha tolto simbolicamente una piccola quantità di terra che ha messo in un’urna di legno, che è stata poi consegnata all’Ambasciatore francese Stefanini. Infatti, secondo la volontà dei figli della Baker, i resti della cantante restano nel Principato di Monaco. Nell’urna oltre alla terra monegasca, c’è a quella della città di Saint-Louis nel Missouri dove Joséphine Baker era nata, quella di Parigi dove fece carriera e a quella del castello di Les Milandes dove per un periodo fece crescere i suoi 12 figli adottivi. L’urna da oggi si troverà nel Pantheon di Parigi.

JOSEPHINE BAKER: DALLA RESISTENZA FRANCESE ALLA VITA NEL PRINCIPATO, ECCO IL PERCHÉ

Josephine Baker si unì alla Resistenza francese nel 1939. Aveva dichiarato: “I tedeschi non volevano perquisire una cantante ballerina di colore!“. Così durante la guerra trasmetteva documenti mentre andava a cantare per le truppe. Nonostante fosse molto malata, la Francia la mandò in missione anche in Nord Africa dove continuò la sua missione.

Negli anni ’60 acquistò un castello in Dordogna, aveva adottato 12 bambini, ed aveva deciso di fare del parco un luogo pubblico con piscina aperta alla gente, donna molto generosa, fu imbrogliata da artigiani e vari imprenditori senza scrupoli. Il castello fu sequestrato e dovette lasciate il castello, nessuno in Francia tentò di aiutarla. La Principessa Grace la invitò a vivere nel Principato di Monaco, luogo che divenne la sua residenza ufficiale e riprese la carriera di cantante. Fu lei ad inaugurare lo Sporting esibendosi alla Salle des Etoiles nel 1974. Morì nel 1975 per un attacco cerebrale e fu sepolta nel cimitero di Monaco. Per questo le spoglie dell’artista resteranno nel Principato di Monaco nella tomba di granito nero, accanto a Josephine Baker riposano il marito ed uno dei suoi figli. Nonostante tutto la decisione di Macron di accogliere la Baker nel Pantheon sa molto di manovra politica, con un messaggio che sembra l’inizio di campagna elettorale, nonostante le sue smentite.