IL CSM HA PUBBLICATO UN NUOVO STUDIO SUI DANNI DELLE MICRO PLASTICHE

Il Centro Scientifico di Monaco ha pubblicato uno studio su una nuova minaccia: l’aumento della temperatura dell’acqua di mare che favorisce lo stabilirsi di batteri patogeni sulla superficie delle plastiche creando il rischio d’infezioni.

Il Centro Scientifico di Monaco ha pubblicato uno studio su una nuova minaccia: l’aumento della temperatura dell’acqua di mare che favorisce lo stabilirsi di batteri patogeni sulla superficie delle plastiche creando il rischio d’infezioni.
Micro-plastiche nell’oceano, ft(c)D.R.

Oltre 20 milioni di tonnellate di rifiuti plastici sono riversati ogni anno in mare e negli oceani. Una forza distruttrice della biodiversità ma anche un rischio per la salute umana.

Il programma di studi condotto su Vibrio parahaemolyticus responsabile di intossicazioni alimentari a volte molto gravi, mostra che “sotto l’effetto del riscaldamento dell’acqua di mare, questo batterio marino passa da uno stato di quiescenza a uno stato di attivazione...” ha spiegato il dottor Dorota Czerucka, direttore di ricerca nel team Ecosistema e immunità presso il CSM che ha aggiunto – In queste condizioni, la sovra-espressione dei fattori di virulenza gli permette di produrre proteine coinvolte nella formazione di biofilm (la sua capacità di colonizzare le superfici) e le adesine (molecole di attacco, il primo passo per aderire a una cellula e infettarla). Questo studio mostra anche che in queste stesse condizioni, Vibrio parahaemolyticus esprime fortemente l’emolisi, una tossina che attacca il flusso sanguigno prendendo di mira i globuli rossi”.

Negli oceani, i batteri vivono maggiormente associati ai sedimenti, plancton e plastiche. La presenza di plastica e l’aumento delle temperature può trasformare le plastiche in “nicchie ecologiche” che contribuiscono a disseminare i patogeni o a diffondere infezioni, sia per ingestione di organismi filtranti come i muscoli contaminati dalle micro-plastiche sia per contatto diretto con l’acqua di mare.

Il Vibrio vulnificus ad esempio, può provocare infezioni cutanee anche letali.

Lo studio, condotto con il sostegno del governo di Monaco, l’Association des Amis du Centre Scientifique de Monaco e Lady Monika Bacardi, è intitolato An Increase of Seawater Temperature Upregulates the Expression of Vibrio parahaemolyticus Virulence Factors Implicated in Adhesion and Biofilm Formation ed è stato appena pubblicato sulla rivista specializzata Frontiers in Microbiology.