SIETE QUI PERCHÉ HO RACCONTATO DELLE STORIE

La Fondation Prince Pierre ha proposto al teatro des Variétés un incontro con Daniel Pennac, una delle maggiori figure della creazione contemporanea del nostro tempo. Cristina Veronese lo ha seguito per noi.

È il tardo pomeriggio dell’ultimo giorno di febbraio. Le poltrone nere del Théâtre des Variétés sono tutte occupate. Sul palco incorniciato da rosso velluto c’è lo scrittore, insegnante di lettere, illustratore, sceneggiatore Daniel Pennac.

Io racconto storie…

Così il romanziere francese, invitato dalla Fondation Prince Pierre de Monaco, inizia la conferenza rivolgendosi ad un pubblico che indossa rigorosamente la mascherina e al quale all’ingresso è stato richiesto il green pass. E di storie Pennac ne racconta molte e soprattutto sa come raccontarle. Si alza dalla sedia, cammina, muove le mani e coinvolge gli uditori che vengono trasportati nei suoi sogni letterari. 

Senza la letteratura la vita sarebbe invivibile…

Pennac racconta che sin da piccolo annota i suoi sogni su un diario e che questi ultimi sono essenziali.

La funzione dei sogni è infatti quella di svuotare i nostri cestini emozionali. Ogni notte avviene un lavoro vitale, che ci permette di non accumulare ciò che dovrebbe essere gettato e che se conservato ci soffocherebbe. La letteratura svolge la stessa funzione, liberare la società. 

Pennac racconta di preferire i romanzi ai saggi e di essere stato folgorato dalla lettura di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garçia Marquez, anche se la sua generazione, abituata alla destrutturalizzazione, snobbava i romanzi del realismo magico che si leggevano di nascosto e che venivano pubblicati quasi con vergogna. Il contenuto del romanzo, dice lo scrittore, anche se è falso e vero, perché c’è sempre un punto di vista sociale, il contenuto dei saggi anche se è vero è falso, perché c’è sempre un punto di vista individuale. 

La lettura gratuita…

Pennac è stato professore di lettere e prima di scrivere per gli adulti ha scritto per i bambini. Ha cercato di riconciliare i ragazzi con la lettura e consiglia ai genitori di continuare a leggere a voce alta le storie ai bambini, di non abbandonarli quando vanno a scuola e di continuare a farlo senza analizzare il testo. Occorre infondere ai piccoli il piacere della lettura gratuita. A casa non si dovrebbe passare dalla magia delle storie, alla tirannia delle domande sul senso della lettura. Solo così i bambini saranno liberi di sognare quello che leggono. 

Io sono sempre stato vecchio, anche da bambino, perché ero già un narratore di storie… 

Lo scrittore è sempre stato un narratore, sin da piccolo. Taci era la parola che più udiva, allora si è messo a scrivere. Un bambino talmente chiacchierone che spesso i genitori lo lasciavano nel fine settimana ad una coppia di vicini di casa. Lui era contento perché Vladimir Nabokov lo portava a caccia di farfalle e gli svelava i segreti per scrivere un buon romanzo. La prima regola è quella di individuare il personaggio del romanzo. Per spiegarlo Pennac ci racconta una storia dal finale a sorpresa che destabilizza tutto il pubblico che sornione pensava di aver previsto la fine. Lo scrittore ci dimostra così che il vero protagonista delle storie è il caso e ammette che la storia dei vicini di casa, i coniugi Nabokov era totalmente inventata. 

La descrizione del caso è quindi per Pennac il cuore del romanzo. La realtà non è prevedibile perché la realtà non è coerente. 

Cosa avrebbe scritto Madame Bovary di Flaubert?

L’elemento motore principale del romanzo è, ci spiega Pennac, il punto di vista. La storia infatti cambia a seconda di chi la sta raccontando. Scrivere è partire da un punto di vista 

ed il romanzo descrive l’ambivalenza della realtà in funzione di chi la racconta. Con una storia onirica il narratore trasporta il pubblico in un altro scenario e ancora una volta ad un finale inatteso. 

La nostra giornata è riempita di cose inattese, proclama Pennac e conclude la conferenza con un lapidario Amen.

P.S. Le mie cose inattese: il giorno successivo alla conferenza, rientrando dal lavoro ho incontrato Pennac sul mio cammino. Ancora una volta il protagonista è stato il caso.

Cristina Veronese, scrittrice collabora con MonteCarloin
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Cristina Veronese, a volte scrittrice, a volte blogger. Attenta osservatrice di social media, donne e relazioni amorose che diventano argomenti per le sue storie su blog e settimanali femminili. Con uno dei suoi racconti ha vinto anche un concorso letterario nazionale. Dal 2016 collabora con MonteCarloin, per il quale con brio scrive racconti, attualità culturali e interviste. Il 14 febbraio 2018 è uscito il suo primo romanzo intitolato È infinita, lo sento.