Nel racconto di Cristina Veronese, una serata a Teatro, quello des Variétés, per assistere ad una serata per la Settimana della Lingua Italiana, patrocinata dall’Ambasciata d’Italia a Monaco e sostenuta da Carolina Labadini Mosti. Protagonista Massimiliano Finazzer-Flory.
È un tardo pomeriggio d’autunno. L’atmosfera che si respira nel Théâtre des Variétés è estremamente italiana.
Incorniciata dai drappeggi del palco vi è la locandina del cortometraggio che sta per essere proiettato: “Dante, per nostra fortuna” opera del regista, attore e drammaturgo Massimiliano Finazzer Flory.
L’ambasciatore Giulio Alaimo sale sul palco e con orgoglio e complicità con l’autore del film, realizzato in occasione del 700esimo anniversario dalla scomparsa di Dante Alighieri, presenta l’evento promosso dal ministero degli Affari Esteri e organizzato dall’ambasciata d’Italia in occasione della XXII Settimana della Lingua italiana nel mondo.
Massimiliano Finazzer Flory dal solenne palco, o forse lo è tale ora che lui sta parlando, racconta del viaggio che il pubblico sta per intraprendere.
Un viaggio nella lingua italiana attraverso la visione di un cortometraggio. Un dialogo tra Alighieri uomo e noi lettori. Un incontro allegorico con la lupa, una delle tre bestie dell’Inferno, che rappresenta l’avidità, la cupidigia e l’economia attuale che non tiene conto della nostra antropologia. La bestia che rappresenta la fame di notorietà effimera, quella che oggi si preferisce alla gloria che invece è eterna. Un percorso con Dante intellettuale, che parla della morale dell’Italia e degli italiani.
Attraverso Dante osserviamo noi stessi e la nostra storia. La Divina Commedia è la cultura universale ed è incredibile come oggi noi riusciamo ancora a capire una lingua che risale al XIV secolo. Una lingua che ci unisce, anche in questo momento.
Quando tutto è già stato detto con parole ed immagini, spiega il regista, non ci resta che la danza.
Inizia quindi la proiezione del cortometraggio.
Ed ecco che i ventuno canti più significativi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso vengono interpretati dalla danza dei ballerini con le coreografie di Michela Lucenti, accompagnati dalla voce fuori campo di Finazzer Flory e Angelica Cacciapaglia e dalla colonna sonora composta da Raffaele Inno e Adriano Bassi.
Un viaggio dantesco durato 27 minuti, avvenuto in un teatro, attraverso parole, danza e musica.
Il regista conclude l’evento sottolineando che la Commedia non finirà mai e recitando l’ultimo verso del Paradiso e quindi della Divina Commedia: “L’Amor che move il sole e le altre stelle”. Perché solo l’Amore ci può salvare.
Potrei terminare il mio contributo con questa frase d’effetto ma vorrei aggiungere che le Settimane della Lingua Italiana nel Mondo sono importanti non solo per la diffusione della cultura ma soprattutto per gli italiani residenti all’estero che, durante questi appuntamenti riscoprono il piacere della bellezza della propria lingua e permettono di conoscere opere ed intellettuali contemporanei. Ad esempio nel 2018 durante la XVIII edizione…
In una sera d’autunno che sembrava ancora estate, l’eterea Salle d’Or del Fairmont Monte Carlo Hotel aveva ospitato un doppio evento organizzato dall’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco: l’inaugurazione della XVIII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo e l’unica tappa del tour internazionale del Premio Letterario Campiello 2018.
Il tema della serata: Web e letteratura era stato affrontato, in qualità di Presidente della Giuria dei Letterati della 56a edizione del Premio Campiello, anche dal neo nominato Ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Qui di seguito riporto alcuni interventi del futuro ministro della giustizia durante l’evento: “Su internet c’è dilettantismo in quasi tutte le discipline; si arriva alla conclusione senza il processo. Ogni incomodo ha la propria terapia e questa fase deve finire, bisogna tornare alla competenza. Abbiamo guadagnato in velocità ma abbiamo perso in intensità; occorre riacquistare l’intelletto critico. Perché citando Alphonse Karr: Plus ça change, plus c’est la même chose. Le persone utilizzano sempre di più la tecnologia: sono sempre più veloci, ma meno intensi. Le colonne tradizionali delle arti si sono sgretolate, destrutturate. L’architettura e la letteratura sono le ultime a resistere, anche se il cervello e la sensibilità di oggi sono diverse da quelli di ieri.”
Ricordo benissimo la fine di quella serata: avevo partecipato al Premio Campiello e avevo avuto il coraggio di chiedere all’ex magistrato se aveva letto il mio romanzo rosa-social del quale avevo spedito, come da regolamento, con il mio editore 20 copie. Gliene avevo dato timidamente in mano un esemplare. Lui, guardandolo con attenzione, mi rispose che non lo aveva ricevuto da leggere e quando vide la delusione sul mio volto, mi rassicurò che avrebbe rimediato.
Io vedo ancora la scena: l’attuale Ministro della Giustizia che saluta le autorità in sala con in mano un libro color glicine intitolato È infinita, lo sento.
Foto a sinistra: Carlo Nordio con Cristina Veronese