GIORGIO PASOTTI: COME UN FIL ROUGE

Due domande a Giorgio Pasotti intervenuto allo spettacolo presentato dall’associazione Dante Alighieri Monaco “Bergamo-Brescia, una duplice rinascita”.

Sono nel suo camerino, in piedi davanti a lui e sto registrando le sue parole. È molto elegante, tutto in nero. Giorgio Pasotti attore di cinema, televisione, teatro e nonché direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo ha il sorriso ed il volto dell’eterno e bravo ragazzo. Si sta preparando per salire sul palco ed è molto calmo. Il suo auto-controllo mi contagia e riesco a fare attenzione alla mia dizione. 

All’attore che è stato diretto anche, tra gli altri, da Gabriele Muccino (nei film Ecco fatto, Baciami ancora e L’ultimo bacio) e Paolo Sorrentino (nel film Premio Oscar La Grande bellezza), chiedo:

C.V.: Tra gli innumerevoli ruoli interpretati, quale le assomiglia di più?

G.P. Questa non vuole essere una risposta scontata o retorica, però credo che in ognuno di tutti i personaggi che io ho interpretato ho messo qualcosa di mio, anche in quelli più lontani.diversi da me, c’è sempre qualcosa di mio, anche nei personaggi negativi, cattivi. C’è sempre infatti qualcosa che ho lasciato di mio o che ho portato al personaggio, perché è un qualcosa a cui non puoi sottrarti. Penso che un attore debba utilizzare la propria persona, la propria intelligenza, anche la propria sensibilità ed applicarle ai personaggi, anche se sono molto distanti da lui. Ogni ruolo diventa qualcosa che ti appartiene, è tuo, per cui è inevitabile che questa cosa avvenga.

Un tecnico sta microfonando l’attore che contemporaneamente risponde in perfetto francese a lui e in italiano a me. Mi resta poco tempo e la sua risposta mi ha suggerito la prossima domanda.  C.V.: Ha concepito e scritto personaggi che poi ha interpretato?

G.P.: Scrivere sta diventando sempre di più una parte fondamentale della mia professione. Ho scritto un libro (Dentro un mondo nuovo, nel 2010), diretto due film da regista (Io, Arlecchino nel 2016 e Abbi fede nel 2020) e scritto un terzo che non ho diretto ma solo interpretato (Mio papà nel 2014).

 

Intervista di Cristina Verone a Giorgio Pasotti. L'attore ha partecipato allo spettacolo "Bergamo-Brescia, una duplice rinascita” presentato dalla Dante Alighieri di Monaco

Scrivere è un lavoro che mi piace tantissimo, di grande creatività, di grande libertà ed è forse una delle cose che sto scoprendo piacermi di più. 

Insomma, la scrittura è qualcosa che ho scoperto cammin facendo parallelamente alla mia carriera d’attore. Diversa rispetto alla recitazione ma è altrettanto vero che è una parte importantissima del film, è una componente essenziale. Come se un puzzle si completasse tra scrittura, recitazione, regia e quant’altro. Quindi mi piace sempre di più occuparmene e creare tutti questi puzzle, che abbiano la loro indipendenza ma che al tempo stesso abbiano un fil rouge e che questo sia la mia stessa persona.

Vorrei porgli altre domande ma nel camerino il segnale sonoro avvisa che lo spettacolo sta per cominciare. Lo ringrazio per l’intervista e vado in platea a godermi ancora la sua voce, i suoi modi disciplinati ed il suo charme. 

Che incontro!

Se volete leggere il racconto della meravigliosa serata, svoltasi al Théatre des Variétés venerdì scorso, ecco il link: https://montecarloin.net/2023/01/bergamo-e-brescia-capitali-della-cultura-2023-radici-e-rinascita/

Giorgio Pasotti in camerino,Ft.@C.V

Cristina Veronese, scrittrice collabora con MonteCarloin
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Cristina Veronese, a volte scrittrice, a volte blogger. Attenta osservatrice di social media, donne e relazioni amorose che diventano argomenti per le sue storie su blog e settimanali femminili. Con uno dei suoi racconti ha vinto anche un concorso letterario nazionale. Dal 2016 collabora con MonteCarloin, per il quale con brio scrive racconti, attualità culturali e interviste. Il 14 febbraio 2018 è uscito il suo primo romanzo intitolato È infinita, lo sento.