Più di 4000 persone si sono riunite a Parigi dal 21 al 23 febbraio in occasione della conferenza “Internet for Trust”, organizzata dall’UNESCO per discutere la bozza di linee guida globali per la regolamentazione delle piattaforme digitali.
In qualità di agenzia delle Nazioni Unite per le questioni relative alla comunicazione e all’informazione con il mandato globale di guidarne l’azione per promuovere la libertà di espressione e l’accesso all’informazione, l’UNESCO negli ultimi mesi ha avviato un dialogo internazionale per l’elaborazione di un documento condiviso coinvolgendo governi, enti normativi, aziende digitali, università, società civile e agenzie delle Nazioni Unite in complesse consultazioni sui temi della proliferazione della disinformazione e dei discorsi di odio in rete.
I social media e le altre piattaforme digitali hanno permesso alle persone di tutto il mondo di comunicare, condividere informazioni e trasformare le loro società. Ma sempre più spesso queste piattaforme sono anche terreno fertile per la circolazione di disinformazione, l’incitamento all’odio e la diffusione di teorie cospiratorie. Negli ultimi anni la questione della moderazione dei contenuti da parte delle piattaforme ha suscitato un ampio dibattito, soprattutto in seguito ad episodi di violenza sociale sfociata ad esempio nelle insurrezioni di Capitol Hill negli Stati Uniti nel 2021 e più recentemente in Brasile dopo l’insediamento del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Gli studi dimostrano che gli algoritmi tendono a privilegiare i contenuti più controversi, perché scatenano le maggiori reazioni, nonostante l’evidenza che questi contenuti possono danneggiare il tessuto delle nostre società, seminando sfiducia, contribuendo ad alimentare l’estremismo e minando il rispetto di diritti umani fondamentali. Esistono forti squilibri negli investimenti in materia di moderazione da parte delle piattaforme tra diverse regioni del mondo e dal punto di vista linguistico, con risorse spesso distribuite sulla base di interessi finanziari o politici, o troppo tardi, in risposta all’indignazione dell’opinione pubblica quando la violenza o l’ingerenza elettorale si sono già verificate.
Con oltre 90 processi elettorali previsti entro la fine del 2024 nel mondo, il Direttore generale dell’UNESCO Audrey Azoulay ha sottolineato la proliferazione di iniziative normative per rispondere alla diffusione di contenuti nocivi in rete in almeno 55 Paesi, sottolineando la responsabilità degli stati di proteggere la vita democratica e la necessità di rispondere a “problemi globali” con “linee guida globali”. Attualmente, l’assenza di coordinamento e la tendenza di alcuni paesi a bypassare le norme internazionali sulla libertà di espressione limita la capacità di una risposta coerente e condivisa da parte della comunità internazionale. Le consultazioni condotte dall’UNESCO tra gli attori di questo nuovo scenario ha messo in evidenza una necessità crescente di convogliare le energie verso uno sforzo collettivo che vada oltre le divisioni politiche per promuovere un ambiente digitale più sicuro, dove prevalgano il rispetto dei diritti umani e un’assunzione di responsabilità da parte dei colossi della tecnologia.
Nel corso dei molteplici dibattiti che hanno animato la conferenza di Parigi non sono mancate considerazioni critiche rispetto al rischio di una deriva restrittiva della libertà di espressione da parte di chi, come l’avvocato di diritti digitali Erick Iriarte Ahon, sottolinea l’incompatibilità di regole globali con la diversità culturale che distingue la produzione di contenuto in rete, temendo che una regolamentazione univoca dei contenuti entrerebbe in conflitto con normative locali già esistenti e aprirebbe la strada ad abusi da parte di governi autoritari.
A prevalere, resta il consenso sull’opportunità di un dibattito urgente su queste tematiche che coinvolga molteplici attori locali, regionali e globali, istituzionali e non, che possa contribuire agli sforzi dell’UNESCO per trasformare Internet in uno strumento che sia veramente al servizio del pubblico e che contribuisca a proteggere e garantire il diritto alla libertà di espressione.
Le linee guida globali per la regolamentazione delle piattaforme digitali sono consultabile online; gli esperti dell’UNESCO, hanno annunciato nuovi cicli di consultazioni entro l’estate per finalizzare e pubblicare le prime linee guida globali sul tema entro l’autunno del 2023. Le linee guida saranno utilizzate da governi, autorità di regolamentazione, aziende digitali e altri gruppi per implementare politiche e strumenti secondo le necessità, con l’esperienza e il supporto dell’UNESCO, assicurando che siano allineate alle norme internazionali sui diritti umani.