Il Garante della privacy italiano ha ordinato al suo creatore OpenAI di interrompere la distribuzione di ChatGPT nel Paese fino a quando non ci sarà conformità al Regolamento europeo sulla protezione dei dati. Ma se si parla di dati, il problema non riguarda solo ChatGPT ma anche un social come TikTok, vietato in diverse parti.
Come la maggior parte delle IA generative, ChatGPT è stato apparentemente costruito ignorando i principi del testo europeo, OpenAI è accusata di non aver rispettato il Regolamento generale sulla protezione dei dati che alimentano il suo algoritmo e di non verificare l’età degli utenti nell’uso dello strumento.
D’ora in poi, l’azienda ha 20 giorni di tempo per adeguarsi o rischia una multa fino a 20 milioni di euro o il 4% del suo fatturato annuo totale.
La restrizione riguarda la versione web di ChatGPT ma è improbabile che influisca sulle applicazioni software di aziende che dispongono già delle licenze a pagamento con OpenAI per utilizzare la stessa tecnologia che guida il motore di ricerca di Microsoft, la quale ha investito miliardi di dollari per aggiungere ChatGPT al suo motore di ricerca Bing lo scorso marzo.
Allo stesso tempo diverse autorità occidentali hanno accusato l’applicazione TikTok di spiare gli utenti occidentali per conto di Pechino e di raccogliere illegalmente dati personali. Anche la società ByteDance, proprietaria del social dovrà correre ai ripari se non vorrà essere vietata, come hanno già fatto gli USA in alcune università ma dove si minaccia un divieto totale. Del resto la Casa Bianca, la Commissione Europea, i governi canadese, britannico e australiano e altre organizzazioni hanno recentemente vietato ai loro funzionari di utilizzare TikTok sui loro telefoni di lavoro.
Intanto si apprende che la cina sta svolgendo una valutazione di sicurezza su ChatGPT.