Ancora una volta con una bella collaborazione, tra il Teatro della Vita e Club Italia Monte-Carlo che hanno invitato ad un « Incontro con l’Autore », lo scrittore Marco Buticchi.

Uno degli autori italiani più letti del romanzo storico e d’avventura, per parlare del suo ultimo libro: “Il figlio della tempesta”. Un’opera che intreccia mistero, storia e riflessione e va dal passato al presente. E che nasce – come ci racconta lui stesso – da un evento drammatico del nostro tempo.
Come è nata l’idea per “Il figlio della tempesta”?
L’ispirazione è arrivata all’improvviso, come spesso accade. È stato durante l’attacco di Hamas contro i coloni israeliani nella Striscia di Gaza. In quel momento ho sentito il bisogno di raccontare qualcosa che unisse il passato e il presente. Da tempo pensavo di scrivere su Nikola Tesla. Un personaggio geniale, visionario, misterioso. La scintilla è scattata lì: mettere insieme Tesla, il conflitto in Medio Oriente, e una storia che potesse raccontare la fragilità e la potenza dell’essere umano.
C’è un legame speciale tra lei e la cultura ebraica nei suoi romanzi?
Ho scritto spesso storie legate a personaggi ebraici, ma non ho alcun legame personale con il popolo ebraico. È una scelta narrativa, certo, ma anche una forma di ammirazione. Gli ebrei sono un popolo da cui si può imparare moltissimo, soprattutto per la loro straordinaria solidarietà e sostegno reciproco. Credo che noi italiani, con tutte le meraviglie che abbiamo, potremmo essere ancora più forti se fossimo altrettanto uniti.
Le sue storie nascono dai viaggi?
In realtà, no. Non sono un autore che si ispira ai luoghi che visita. A volte basta un oggetto, un dettaglio, una piccola cosa. Sono quelle “scosse” impercettibili che fanno partire una storia nella mia mente. Quando l’idea arriva, mi ci butto dentro: scrivo velocemente, senza orari, senza regole. Sono i personaggi stessi a guidarmi, e finché non hanno finito di raccontare, non riesco a fermarmi. A volta mia moglie si alza al mattino e mi dice: »ma sei ancora qui? » e io gli rispondo: « Si, vieni a leggere cosa è successo »! ».
E durante l’estate?
L’estate è un periodo in cui scrivo raramente. Ho un hotel e uno stabilimento balneare a Lerici, e d’estate sono completamente assorbito da quello. Ma appena torna l’autunno… torno anch’io alla scrivania.
Come vede la situazione globale, con i tanti conflitti in corso?
Con grande preoccupazione. C’è una follia collettiva che sta contagiando i politici di troppi Paesi. È come se nessuno avesse imparato nulla dalla storia. È un mondo che sembra voler dimenticare i suoi stessi errori. E questo mi rende pessimista sul futuro.
Può darci un’anticipazione sul prossimo libro?
Certamente. Il nuovo romanzo è già in lavorazione e avrà per protagonista una figura affascinante e poco conosciuta: Edy Lamarr. Attrice di Hollywood, sì, ma anche geniale inventrice. A lei dobbiamo, tra le altre cose, l’invenzione del rossetto in stick e le basi tecnologiche che oggi permettono il funzionamento dei nostri smartphone. Il titolo sarà: “La più bella del mondo”.
Con “Il figlio della tempesta”, Marco Buticchi ci regala ancora una volta un romanzo che intreccia passato e presente, scienza e mistero, con lo stile avvincente di chi sa come catturare l’anima del lettore. E la promessa del nuovo libro è già un invito irresistibile a tuffarsi nella prossima avventura che verrà a presentare anche a Monaco.