L’I.A. E LA COMUNICAZIONE: IL PROFESSOR ADARY AL MPC, TRA RISCHI E NUOVE OPPORTUNITÀ

In un evento co-organizzato da Monaco Press Club e Alumni del Celsa di Monaco, il professor Assaël Adary, presidente della società Occurrence (parte del gruppo IFOP), ha offerto una brillante e approfondita analisi sull’evoluzione tecnologica dagli albori dei computer fino alla rivoluzione dell’IA.

Il Professor Assaël Adary è intervenuto al Monaco Press Club sull'IA nel mondo della comunicazione
Il Professor Assaël Adary è intervenuto al Monaco Press Club sull’IA nel mondo della comunicazione, ft.WSM Agency

Nel suo intervento, Adary ha ripercorso le tappe fondamentali dell’innovazione, dal primo computer degli anni ’50 alle sofisticate intelligenze artificiali di oggi, sottolineando come ogni avanzamento tecnologico abbia trasformato radicalmente il modo di comunicare e interagire con l’informazione.

Particolare attenzione è stata dedicata ai cinque rischi principali che l’uso crescente dell’IA comporta e che devono essere gestiti con consapevolezza:

  1. Un’IA affamata di energia: Adary ha ricordato che una semplice ricerca su Google consuma circa 0,3 Wh di elettricità, mentre una richiesta a ChatGPT di OpenAI può arrivare a consumarne fino a 2,9 Wh. Considerando le 9 miliardi di ricerche effettuate ogni giorno nel mondo, l’utilizzo massiccio dell’IA potrebbe richiedere quasi 10 TWh di energia elettrica aggiuntiva ogni anno, con evidenti impatti ambientali.
  2. IA stereotipata: I sistemi di IA rischiano di rafforzare i pregiudizi esistenti, poiché si basano su dati storici spesso intrisi di stereotipi culturali e sociali.
  3. IA e fake news: Senza un controllo accurato, l’IA può facilmente diventare una fonte di disinformazione, amplificando la diffusione di notizie false e manipolate.
  4. IA antropofaga: L’IA si nutre delle informazioni prodotte dagli esseri umani. Se la creatività umana dovesse diminuire, i modelli generativi, non avendo nuovo “cibo” di qualità, finirebbero per autoalimentarsi di contenuti già esistenti, aumentando la probabilità di errori e aberrazioni.
  5. IA immorale: In assenza di regole etiche condivise, l’IA potrebbe agire a danno dell’utente. Adary ha citato l’esempio di Uber, che in passato ha modulato il prezzo delle corse sulla base del livello di batteria dei telefoni degli utenti: meno batteria, maggiore disponibilità a pagare di più.

Il professore ha anche sollevato tre dilemmi fondamentali che la società dovrà affrontare:

  • Vogliamo un’IA più potente o un’IA più precisa? L’alternativa è tra ampliare le capacità delle IA o affinare la loro qualità per generare vero valore.
  • Chi pagherà per il valore creato dall’IA? Una domanda cruciale per definire il modello economico del futuro digitale.
  • Quale sarà il ruolo dei professionisti della comunicazione?

Secondo Adary, emergerà una nuova figura professionale: “l’influenceur d’IA”, un esperto capace di guidare l’IA nella creazione di contenuti autentici e di qualità, combinando intelligenza artificiale e umana per mantenere viva la ricchezza dell’informazione.

L’incontro, molto partecipato, ha suscitato domande vivaci e riflessioni profonde, confermando che la sfida dell’IA non riguarda solo la tecnologia ma il futuro stesso del pensiero, della creatività e della comunicazione.