Il Monaco Press Club ha invitato il giovane giornalista, Thibault Izoret, che ha parlato della sua esperienza tra i curdi nella martoriata Siria.

Anche se lui non ama essere definito « inviato di guerra » ma è quello che ha fatto per « Blast », con umiltà e una profonda consapevolezza del suo mestiere, Izoret ha condiviso con il pubblico del Monaco Press Club, alcuni momenti del suo recente reportage in Siria, una terra segnata dalla guerra, dalla speranza e da molte contraddizioni.
Izoret ha seguito la popolazione curda che vive ammassata in Siria, al confine con la Turchia nella costante attesa di un possibile attacco da parte dei turchi. In questa regione, che tenta faticosamente di costruire un percorso verso la democrazia, si trovano anche campi di prigionia gestiti dagli estremisti islamici. In questi luoghi, i figli dei prigionieri crescono in un clima di odio e di guerra, alimentando il rischio di nuove generazioni radicalizzate. Izoret ha anche sottolineato come la Siria sia regolarmente colpita da bombardamenti preventivi da parte di Israele, aggiungendo un ulteriore elemento di instabilità in un contesto già estremamente fragile.
Una parte significativa della conferenza è stata dedicata al racconto della preparazione necessaria per un giornalista che decide di partire per zone di conflitto. Thibault ha seguito un addestramento duro e militare presso un campo francese che si occupa anche della formazione di reporter in aree di guerra. L’obiettivo: imparare a reagire in caso di sequestro e a sopravvivere in ambienti estremamente pericolosi.

Ma anche una volta tornati a casa, ha confessato il giovane inviato, la paura non scompare. Le esperienze vissute sul campo lasciano tracce profonde, difficili da cancellare.
Izoret ha infine raccontato la differenza tra il fronte siriano e quello ucraino, dove si è recato all’inizio dell’invasione russa. « In Ucraina, – ha spiegato, – è spesso possibile trovare una parvenza di normalità: funzionano internet, i telefoni, ci sono ristoranti aperti. Ma in Medio Oriente, tutto è instabile, tutto può esplodere da un momento all’altro, e non ci si può fidare di nessuno”.
Un intervento forte e lucido che ha mostrato il volto umano, e spesso dimenticato, del giornalismo di guerra.
Prossimo appuntamento con il Monaco Press Club: venerdì 25 aprile alle ore 18 al Novotel con il professor Assael Adary, organizzato in collaborazione con CELSA “Dall’I.A. generativa,all’I.A. prescrittiva”.
