Un incontro stimolante e sincero quello che si è tenuto al Monaco Press Club, dove il corrispondente del Financial Times, Raphaël Minder, ha raccontato il suo percorso professionale, ricco di colpi di scena e incontri decisivi.

Nato in Svizzera, Minder si definisce un “cittadino del mondo”, forte di una carriera giornalistica costruita tra Europa, Stati Uniti e Asia, e maturata nei ranghi di alcune delle più prestigiose testate internazionali, dal New York Times al quotidiano economico britannico in cui lavora attualmente.
Dall’editoria ai media finanziari: il caso Bloomberg
Dopo aver completato gli studi universitari in Inghilterra, Raphaël Minder sognava un futuro nel mondo dell’editoria libraria. Ma è stato un amico a cambiare il corso della sua vita, parlandogli di un’opportunità di stage in una nuova agenzia di stampa televisiva in Svizzera, fondata da un certo Michael Bloomberg, all’epoca imprenditore visionario e oggi nome noto nel mondo dell’informazione e della finanza.
« Mi sono proposto e mi hanno preso« , ha raccontato Minder con semplicità. Tuttavia, l’ingresso nel giornalismo non fu esattamente morbido: « Appena arrivato, il caporedattore mi guardò e mi chiese: Chi sei tu? Io risposi: Il nuovo stagista’ E lui subito: Bene, preparati: tra poco parteciperai a una call con una società importante per parlare del loro sistema finanziario ». Un battesimo del fuoco che si è rivelato il punto di partenza di una lunga carriera: « Non immaginavo che mi avrebbero assunto, e invece sono rimasto. Così ho iniziato a fare il giornalista« .
Un mestiere che s’apprende sul campo
Nel suo intervento, Minder ha sottolineato quanto la formazione sul campo sia insostituibile. « Nessuna scuola di giornalismo può darti quello che apprendi sul terreno« , ha affermato. La sua esperienza diretta in contesti complessi lo conferma: ha raccontato delle difficoltà burocratiche nel tentativo di ottenere un visto per la Bielorussia, dove non è più stato accettato come giornalista, e delle sfide nell’osservare da vicino le elezioni in Romania, inizialmente annullate e poi ripetute con la vittoria di un candidato filo-europeo.
Sul panorama politico attuale, Minder è prudente: sulle imminenti elezioni in Polonia, ha evitato previsioni, sottolineando la difficoltà di interpretare l’umore dell’elettorato. « La Polonia è oggi un paese in crescita, +3% di PIL e tasso di disoccupazione tra i più bassi d’Europa, la nazione si percepisce ancora come la Cenerentola dell’Unione Europea », ha osservato. Secondo lui, proprio la Polonia potrebbe giocare un ruolo chiave nella futura ricostruzione dell’Ucraina.
Un consiglio ai giovani: “Specializzatevi”
Guardando al futuro del mestiere, Minder ha offerto un consiglio pratico ai giovani giornalisti: « Specializzatevi in un settore preciso. Oggi è molto più difficile trovare lavoro come giornalista generalista« . La specializzazione, che sia in economia, ambiente, tecnologia o politica internazionale, è secondo lui la chiave per costruire una carriera solida in un mondo dell’informazione sempre più competitivo e frammentato.
Una stampa che divide e stimola
In chiusura, Minder ha offerto una riflessione ironica ma significativa sul giornale per cui scrive: « Il Financial Times è scritto da giornalisti di sinistra per lettori di destra« , ha detto con un sorriso, sottolineando come questo equilibrio delicato contribuisca spesso a creare dibattiti accesi tra i lettori, soprattutto oggi che il quotidiano è essenzialmente letto online, dove ogni articolo può generare discussioni vivaci e polarizzate.
Un incontro che ha messo in luce il volto umano del giornalismo, fatto di passione, sfide e soprattutto tanta adattabilità. Con una carriera nata quasi per caso, Raphaël Minder ha dimostrato che, nel giornalismo, spesso il talento si rivela proprio nell’imprevedibilità del percorso.