Il Festival di Street Art di Monaco, UPAINT, 9a edizione, si è concluso con la visita di S.A.S. il Principe Alberto II che ha incontrato i 12 street artisti di fama internazionale che hanno lavorato a favore della FPA2.

Cala il sipario sul Festival UPAINT Monaco, vera e propria creatività a cielo aperto. Un’edizione che ha visto i 12 street artist di fama internazionale lavorare dal vivo su muri effimeri tele lungo la Promenade del Larvotto, con un unico grande obiettivo: difendere mari e oceani attraverso l’arte.
Il Principe in visita al villaggio
A suggellare il successo dell’edizione 2025, S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco ha fatto visita al villaggio UPAINT, accompagnato dal vice-presidente della Fondazione Principe Alberto II (FPA2), Olivier Wenden e dal Consigliere Speciale per l’Ambiente, Bernard Fautrier.
Ad accogliere il Sovrano c’erano gli organizzatori storici del festival: la famiglia Colman, con Alberto, Cinzia, Valentina e Edoardo, veri motori di questa manifestazione d’arte e coscienza.
Il Principe ha passeggiato tra le opere, dialogato con gli artisti, si è soffermato ad ammirare i dettagli, a commentare messaggi e tecniche. Un incontro autentico, tra rispetto istituzionale e passione condivisa per la protezione dell’ambiente.
Due assegni per due cause da difendere
Durante la cerimonia finale, la « Colman Family » ha anche consegnato due assegni da 14.450 euro ciascuno, frutto della vendita all’asta dell’edizione 2024.
Uno è andato alla FPA2 (Fondation Prince Albert II), ritirato direttamente da S.A.S. il Principe Alberto e da Olivier Wenden.
L’altro è stato consegnato alla SPA (Société Protectrice des Animaux) di Monaco, rappresentata da Marie-Pierre Gramaglia e Isabelle Peters, entrambe membri del Consiglio d’Amministrazione.
Un momento toccante, che ha ricordato come l’arte possa davvero trasformarsi in azione concreta a favore dell’ambiente e del mondo animale.

Dodici artisti, un solo messaggio: salviamo il blu del mondo
I protagonisti di questa edizione sono stati: Amaury Dubois, Cez Art, Julien Soone, Jay Kaes, Luca Ledda, Mr One Teas, Jordan Harang, Temponok, Tiffany Yannaart, Zepha, Théo Lopez e Veks Van Hillik.
Ognuno con il proprio stile e messaggio, hanno trasformato le loro tele in un grido colorato a difesa degli ecosistemi marini. C’è chi ha raffigurato meduse in foglia d’oro, chi orsi bianchi e pesci da proteggere, chi ha denunciato senza mezzi termini, come Luca Ledda, la vendita in scatola della carne di balena in Giappone, una pratica ancora in corso nei supermercati e quasi completamente ignorata dalla comunità internazionale.
Asta online aperta fino al 18 giugno
Le opere realizzate sono vendute all’asta sulla piattaforma Drouot, e i fondi raccolti andranno a sostenere il progetto BeMed (Beyond Plastic Med) della FPA2, per ridurre l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo. E se qualche opera non dovesse trovare subito un acquirente? Nessun problema: è prevista una vendita all’asta live a fine estate.
UPAINT: il colore che difende il pianeta
Anche quest’anno, UPAINT si è confermato non solo come un festival d’arte urbana, ma come un evento simbolico di grande valore sociale e ambientale. Un vero ponte tra estetica e coscienza ecologica, tra creatività e responsabilità. Perché quando l’arte parla del mare, tutti dovremmo fermarci ad ascoltare.











