PAUL WATSON AL MPC: LE BALENE SONO LE CONTADINE DELL’OCEANO

Paul Watson, leggendario fondatore del movimento per la difesa degli oceani, da Green Peace a Sea Shpererd all’attuale Fondazione Paul Watson, è stato l’ospite d’onore del Monaco Press Club all’Hôtel Métropole. Nel corso di un incontro intenso e toccante, ha ripercorso cinquant’anni di lotte per salvare le balene e i mammiferi marini, emozionando il pubblico con racconti e immagini forti.

Paul Watson al Monaco Press club: le balene sono le contadine dell'oceano
Ft. S.Danna/Dir.Com

L’incontro si è aperto con la proiezione di un video crudo e sconvolgente: balene arpionate, il mare che si tinge di rosso, gli animali trascinati a bordo e smembrati. Poi l’ingresso di Watson. La sala si alza in piedi per applaudirlo: lui appare quasi intimidito e confida di non aspettarsi un’accoglienza tanto calorosa.

Dietro il mito del “pirata ecologista”, emerge un uomo di grande sensibilità. Nel poco tempo libero scrive poesie e parla con dolcezza della sua vocazione, nata quando aveva solo dieci anni. Da bambino, in Canada, nuotava ogni estate con una famiglia di castori. L’anno successivo tornò per rivederli, ma scoprì con orrore che erano stati uccisi dai cacciatori. Da allora iniziò a liberare gli animali intrappolati: fu il suo “clic” interiore, la nascita dell’attivista.

Nel 1975 co-fondò Green Peace. “Ci mettevamo davanti alle baleniere russe per impedir loro di arpionare le balene”, racconta. “Un giorno, un arpione di 70 chili è passato sopra le nostre teste per colpire una femmina. L’ho vista contorcersi, dissanguarsi e urlare. Non sapevo che una balena potesse emettere un grido simile”.

Watson ha poi ricordato l’importanza vitale degli oceani: “Se non proteggiamo i nostri mari, non sopravviveremo. Le balene sono le contadine dell’oceano: fertilizzano il fitoplancton, che produce il 70% dell’ossigeno che respiriamo”.

Arresto e persecuzioni

Ha poi ripercorso il suo arresto in Groenlandia, eseguito su mandato dell’Interpol voluto dal Giappone. “Sono venuti in dodici poliziotti, tutti enormi. Mi consideravano un pericoloso terrorista ambientale”, racconta con ironia. “Non si aspettavano la mobilitazione mediatica e la raccolta di firme in tutto il mondo. Il Giappone si è sentito umiliato dopo la nostra missione Whale Wars”.

Watson denuncia che ancora oggi Giappone, Norvegia e Islanda continuano a violare le convenzioni internazionali sulla caccia ai mammiferi marini senza subire sanzioni. Dopo cinque mesi di detenzione, è stato liberato. Ha chiesto asilo politico alla Francia, che recentemente glielo ha negato, “ma il Presidente mi ha assicurato che posso vivere serenamente in Francia”, aggiunge sorridendo.

Le alleanze e le battaglie condivise

Nel corso degli anni ha potuto contare sull’appoggio di numerose personalità: da Pamela Anderson a Bo Derek fino a Brigitte Bardot. Con loro ha portato avanti campagne per la difesa delle balene, dei lupi, delle foche e di molte altre specie.

Due anni fa un giornalista mi chiese se avessi davvero detto che gli uccelli, le api, gli alberi, le balene e i pesci sono più importanti degli esseri umani”, racconta. “Gli ho risposto di sì. Mi accusò di eresia. Ma è la verità: loro possono vivere senza di noi, noi invece non possiamo vivere senza di loro.

Monaco e la memoria dei Principi

Watson ha espresso grande rispetto per il Principato di Monaco e per l’impegno dei suoi Principi nella protezione dell’ambiente. “Nel 1997, durante il 49° incontro della Commissione baleniera internazionale, il Principe Ranieri III mi invitò ad ormeggiare la mia nave vicino al luogo dell’evento, benché fossi stato bandito dall’IWC”, ricorda. “Il Principe Alberto, allora erede, salì a bordo e mi invitò personalmente alla conferenza. Quando entrai nella sala, le delegazioni giapponesi e islandesi uscirono in segno di protesta. Ma ho sempre rispettato l’impegno ambientale dei Principi di Monaco.”

Watson ha poi voluto ricordare Jane Goodall, recentemente scomparsa: “Quando ero in prigione in Groenlandia mi ha scritto tre volte. Una guardia mi chiese se fosse davvero la donna con gli scimpanzé. Era amata e rispettata ovunque.

Il Consiglio d'Amministrazione del Monaco Press Club ha nominato membro d'onore del club Paul Watson per la sua implicazione e comunicazione
Il CA del Monaco Press Club, Paul Watson i rappresentanti del CFM Indosuez, banca sponsor del club e il Presidente del Consiglio Nazionale Thomas Brezzo, ft.WSM Agency

Un messaggio ai giovani

L’incontro si è chiuso con un messaggio di speranza rivolto ai numerosi giovani presenti in sala: “Non avete potere sul futuro, ma sul presente sì. È nel presente che si costruisce ciò che verrà. Non lasciate che nessuno vi dica che qualcosa è impossibile. Lo dicevano anche della fine della schiavitù, del voto alle donne, di un presidente di colore in Sudafrica. Tutto è possibile, se si trovano le soluzioni!.”

Al termine, il Consiglio di amministrazione del Monaco Press Club ha nominato Paul Watson membro d’onore del Club. In serata l’artista MrOne Teas gli ha poi donato un’opera simbolica: uno squalo intrappolato in una bottiglia di plastica, a ricordare la fragilità del nostro pianeta e la forza della sua lotta.