Tutta colpa della luna! Blame the moon, questo è il titolo del Carnevale che impazza a Venezia fra maschere, cortei sull’acqua, giocolieri, ballerine, mangiafuoco, sontuose feste nei palazzi, musica per le calli, coreografie e sfilate. Ispirato al cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla luna, vede Lunatici con costumi fastosi e galattici in giro per campielli e rughe, Signori della notte in Piazza San Marco (che è l’unica “piazza” a Venezia, gli altri sono “campi”) e sfilate in città delle dodici belle Marie, ragazze di ogni sestiere di Venezia scelte ogni anno, per rinnovellare una tradizione antica di spose rapite e di pirati, che sfilano per la città in portantina, magnificamente abbigliate con costumi dei tempi della Serenissima realizzati dall’Atelier Pietro Longhi. Erica Chia, bella delle belle “Marie”, vincitrice del titolo nella passata edizione, “svola” dall’alto del campanile di San Marco fino al palco in Piazza dando inizio all’edizione 2019 del Carnevale. Non è l’unica a compiere lo spettacolare volo, dal campanile “svola” un Angelo guerriero, Micol Rossi e, nei panni della tradizionale Aquila, Arianna Fontana, otto medaglie olimpiche, campionessa di pattinaggio short track, che plana scenograficamente dal campanile su una folla attesa di 23 mila persone. Ogni anno il Carnevale richiama a Venezia frotte di turisti e di curiosi che, oltre a veri e propri ingorghi nelle strette calli veneziane, con vigili che dirigono il traffico istituendo sensi unici pedonali, creano un clima frizzante e allegro come gli spritz, coloratissimi cocktails che vengono serviti nei bar cittadini con le tradizionali frittelle, dolce tipico di Carnevale farcito di zabaione, crema o di sola uvetta (le veneziane).
Tra le feste in costume a palazzo, il Ballo del Doge a Palazzo Pisani Moretta, quest’anno intitolato The magnificient Ephemeral, richiama celebrità da tutto il mondo. Gli organizzatori promettono per questo Carnevale maschere extra-vaganti, spettacoli spaziali e musica cosmica, per far vivere al pubblico un’immersione in una galassia visionaria.
La Serenissima del Settecento rivive a Palazzo Ducale nella mostra “Canaletto e Venezia” che, al nitore razionale e paradigmatico delle vedute veneziane di Giovanni Antonio Canal (1697-1768) accosta le opere del padre del vedutismo Luca Carlevarjis, i ritratti di Rosalba Carriera, vaporosi come ciprie, i colori di Giambattista Tiepolo e le gustose cronache dipinte di Pietro Longhi che entra nelle case dei nobili e ne ritrae usi e costumi. Le inquietudini di un mondo nuovo che avanza, rivelate dai pennelli di Francesco Guardi e di Giandomenico Tiepolo, annunciano una nuova epoca. La libertà della Serenissima, con i suoi undici secoli di indipendenza, è alla fine. Febbraio 1789, il penultimo doge della Serenissima, Paolo Renier, sta morendo mentre le maschere ballano in Piazza. La sua morte viene annunciata il primo lunedì di Quaresima, “non volendosi turbare con funerali le follie carnovalesche”. 1797 l’ultimo Serenissimo Principe lascia Palazzo Ducale alla Municipalità Provvisoria dei francesi di Napoleone. Anche noi lasciamo Palazzo Ducale per rientrare in piazza dove, tra splendide maschere, musica, spettacoli e un altro “svolo”, il Leone, simbolo di San Marco, la festa continua!