SDEGNO MONDIALE PER IL RITIRO DELLA TURCHIA DALLA CONVENZIONE D’ISTANBUL

La Convenzione di Istanbul del 2011 è il primo strumento vincolante al mondo per prevenire e combattere la violenza contro le donne, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l’11 maggio 2011 proprio a Istanbul.

SDEGNO MONDIALE PER IL RITIRO DELLA TURCHIA DALLA CONVENZIONE D'ISTANBUL, parla BEATRICE FRESKO-ROLFO PARLAMENTARE MONEGASCA AL CONSIGLIO D'EUROPA
Béatrice Fresko-Rolfo interviene al Conseil de l’Europe in rappresentanza del Conseil National Monaco (ft.C.E.)

Fu Proprio la Turchia tra i Paesi firmatari originali (Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Lussemburgo, Montenegro, Portogallo, Slovacchia, Svezia) che ratificò la convenzione.

Oggi le cose sono cambiate. L’aria in questo senso, ossia diminuzione delle libertà, tira da parecchio tempo in Turchia. Abbiamo chiesto un commento su questo fatto alla parlamentare di Monaco Béatrice-Fresko Rolfo che fino allo scorso anno è stata al Consiglio d’Europa, Relatore Generale della rete parlamentare contro le violenze alle donne ed oggi membro della commissione uguaglianza e non discriminazione e presidente della sottocommissione per gli individui affetti da handicap: “Personalmente sono molto triste per questo annuncio e credo che il mondo parlamentare sia scioccato, in quanto la Convenzione d’Istanbul è un testo legislativo di referenza per tutti i lavori contro le violenze verso le donne. Il ritiro della Turchia da questa Convenzione Internazionale, di cui il Paese è tra i firmatari fondatori, mette in pericolo le donne turche. Siamo molto inquieti per questa situazione purtroppo. La Convenzione di Istanbul obbliga i governi ad approvare una legislazione che reprima la violenza domestica e abusi simili, tra cui lo stupro coniugale e la mutilazione genitale femminile. I conservatori turchi hanno sostenuto che la Convenzione mina l’unità familiare, incoraggia il divorzio e che i suoi riferimenti all’uguaglianza sono stati usati dalla comunità LGBT per ottenere l’accettazione nella società. Ed oggi anche la Polonia, vorrebbe ritirarsi dalla Convenzione“.

In Turchia si sta anche lavorando su una legge che propone alle donne che hanno figli un salario, senza dover andare a lavorare, un ennesimo sistema per impedire l’indipendenza alla donna!

Gokce Gokcen, vicepresidente del CHP per i diritti umani in Turchia ha twittato: “Abbandonare la convenzione significa lasciare che le donne vengano uccise. Nonostante voi e le vostre malefatte, resteremo in vita e faremo risorgere la Convenzione“.

La notizia della decisione del Presidente della Turchia (preso proprio con un decreto presidenziale e non con un voto parlamentare) è stata un violento schiaffo non solo a tutte le donne ma per tutti coloro che si battono contro le violenze alle donne, dai privati cittadini, alle isitutizioni, alle associazioni. Abbiamo posto due domande a Béatrice Fresko-Rolfo, parlamentare al Conseil National di Monaco e fino al 2020 Relatore Generale sulla violenza contro le donne dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.