Incontro con Guy Antognelli, direttore della Direzione del Turismo e Congressi di Monaco per parlare dell’andamento di questa seconda estate accompagnata dal Covid.
“Globalmente siamo piuttosto contenti del turismo di quest’estate – spiega Antognelli – in particolare parliamo del mese di luglio e di una parte di agosto perché a giugno praticamente, tra le varie restrizioni il turismo era inesistente. Se vogliamo paragonare l’occupazione alberghiera nel mese di luglio 2019, quando ancora non eravamo stati colpiti dalla pandemia, il tasso d’occupazione alberghiera era del 79%; nel 2020, l’estate dopo la quarantena, siamo scesi a 39% e quest’anno siamo risaliti al 65%. Si tratta del livello più alto che abbiamo registrato dall’inizio della crisi sanitaria”.
Quali sono stati gli alberghi che sono riusciti a lavorare meglio? “Sicuramente quelli di lusso e che in conclusione hanno perso meno nonostante il corona virus. Sicuramente ci sono alberghi in sofferenza. Molto dipende dalla loro dimensione ma anche dalla rete di distribuzione – spiega Antognelli – Un hotel che lavorava prettamente con l’Inghilterra e non ha grandi mezzi di distribuzione ha delle difficoltà rispetto ad un altro che ha un’ampia rete in Europa. La differenza si vede molto di più in quest’epoca e quanto conta la rete di distribuzione. Anche per commerci, ristoranti e bar della città è la stessa cosa. Per alcuni l’attività è ripresa a pieno ritmo per altri è ancora molto difficile”.
Di che nazionalità sono i turisti che sono venuti a Monaco? “Generalmente sono europei ma negli alberghi di lusso é tornata la clientela medio-orientale, alcuni americani. Certo non alle proporzioni dell’epoca pre covid-19 ma è un inizio. Praticamente non ci sono stati i russi (3%) che subiscono la gravità della pandemia con le varie chiusure. Comunque la maggiorità dei turisti in albergo a luglio è stata francese (23%), quelli provenienti dagli USA (8%) e dall’Italia (7.8%). – Guy Antognelli spiega anche che – Nonostante le misure, il Museo Oceanografico ha ricevuto una media di 1700 turisti al giorno a luglio; quello che attira il turista è la cultura e Monaco ha proposto e propone delle belle esposizioni come quella dedicata a Giacometti che si conclude il 29 agosto e Marginalia a villa Sauber del NMNM ma anche l’ampia proposta gastronomica di ristoranti del Principato”.
Con il mese di settembre inizia, solitamente, un altro tipo di turismo, quello legato agli affari e ai congressi. Come si prospetta la situazione? “Il grande congresso degli assicuratori, che si svolge ai primi di settembre è stato annullato da parecchio tempo. A settembre avremo invece il Monaco Yacht Show che si presenta non male per il numero di iscritti e di espositori che hanno già prenotato, non sarà la più grande edizione del MYS ma sarà molto interessante per come è stato strutturato. Tornerà il salone internazionale Anti Aging, che si svolge solitamente in primavera al Grimaldi forum, si terrà dal 16 al 18 settembre sarà sicuramente incentrato su partecipanti europei; è stato confermato anche il salone Luxe Pack dal 27 al 29 settembre sempre al Grimaldi forum. Ovviamente -aggiunge Guy Antognelli – tutti questi salone sono organizzati in forma sicuramente più ridotta per il numero di persone presenti nel rispetto delle regole sanitarie ma anche perché alcune società hanno deciso di non far viaggiare i loro dipendenti o non possono proprio viaggiare per il momento”.
La tendenza quindi è cercare di realizzare i diversi saloni ma in forma ridotta, di conseguenza a poco a poco riprende un’attività quasi regolare? “Si certo, se pensiamo al mese di settembre tra Monaco Yacht Show, Anti Aging e Luxe Pack ci sarà un’attività che porterà anche all’indotto un certo respiro”.
A causa del corona virus come cambierà il turismo? “Non sono d’accordo sul fatto che si fanno ora le riflessioni su come deve cambiare il turismo, su come si deve viaggiare. Già prima della pandemia, nel 20219 si cercava di sollecitare la coscienza della gente per la questione ambientale, che è sempre più di grande attualità: viaggi lontani ma per più tempo o viaggi corti e vicini. I comportamenti sul turismo di massa non credo cambieranno molto mentre quello che potrebbe far cambiare le loro abitudine saranno le scelte e le offerte diverse delle destinazioni turistiche, delle città una volta rientrato il pericolo Covid. Cambierà anche il turismo d’affari individuale che a Monaco conta tra il 7 e il 10% delle presenze alberghiere, perché sicuramente con il tele-lavoro i viaggi diminuiranno. Le imprese che ricorreranno molto al tele lavoro durante l’anno avranno poi bisogno di ritrovarsi con i loro dipendenti e quindi creeranno degli eventi, penso soprattutto ad aziende di taglia media con 4/500 dipendenti e Monaco sarà una destinazione perfetta per loro”.