PAVILLON BOSIO: TRA ARTE E SCENOGRAFIA GUIDATO DA THIERRY LEVIEZ

Thierry Leviez è il direttore del Pavillon Bosio, la scuola d’arte del Principato. Commissario d’esposizione e scenografo, è stato scelto proprio per continuare, con le sue competenze, a far specializzare gli studenti in arte e nel settore della scenografia per spettacoli e mostre.

MCin.: In che cosa si differenzia la scuola d’arte del Pavillon Bosio?

T.L.: Sono molto interessato alla scenografia ed avevo creato dei seminari specializzati sulla scenografia d’esposizione, mi sono occupato di diversi progetti che erano legati alle questioni scenografiche. Quindi se ho deciso di accettare questa nomina è proprio per proseguire nella preparazione alla scenografia questi giovani, non ci saranno cambiamenti radicali ma cercherò di sviluppare diverse cose. L’idea è che il Pavillon Bosio è una scuola d’arte con l’indirizzo di scenografia per spettacoli ed esposizioni creando una professionalità a giovani che sono alla base dei veri e propri artisti. Noi non siamo una scuola di architettura dove gli studenti creano dei piani per fare dell’esposizioni. I giovani vengono a questa scuola con la prospettiva di diventare degli artisti, studiano tutte le tecnica di pittura e scultura con una comprensione molto differente della scenografia. Quindi alla Pavillon gli studenti hanno una sorta di doppio cursus: da un lato continuano il lavoro d’artisti per ottenere la laurea o un Master in arte e parallelamente a questo li formiamo a programmi digitali specializzati, sulla storia dell’esposizioni, degli spettacoli, delle scenografie. Gli studenti partecipano a tutta una serie di progetti sia nella scuola che all’esterno.

MCin.: Quanti sono gli studenti iscritti?

T.L.: 75 e arrivano da diverse paesi. Alcuni arrivano dai corsi preparatori dopo il liceo della regione francese PACA ma ne abbiamo che arrivano anche dall’estero. Mi piacerebbe farci conoscere dagli studenti italiani, i corsi si tengono in lingua francese e inglese. Una giornata porte aperte è prevista il 26 febbraio prossimo.

MCin.: Che tipo di eventi vorreste realizzare con gli studenti?

T.L.: La mia idea è quella di moltiplicare le collaborazioni con strutture artistiche di Monaco ma anche in esterno, affinché gli studenti possano lavorare in scala 1:1. Mi spiego. Gli studenti non costruiranno solo un modellino in scala di quello che dovrebbero fare ma cerchiamo di realizzarlo nella dimensione reale. Per esempio ci sono “Les Imprévus” dei Balletti di Monte-Carlo, gli studenti del Pavillon realizzano la scenografia. Il prossimo appuntamento sarà il 27 marzo. Nella sala Leo Ferré abbiamo lavorato ad un evento che è stato un mix tra teatro ed esposizione intitolato il gala “Des Incomparables“. Gli studenti lavorano a partire da alcuni testi di autori ed hanno realizzato una storia senza attori con installazioni, proiezioni, diversi oggetti e sculture. Così nello spazio Leo Ferré, che è molto ampio, si passava da un’esibizione ad un oggetto ad un’installazione. Non abbiamo molto pubblicizzato al pubblico a causa della pandemia.

MCin.: Altri progetti che vorrebbe realizzare?

T.L.: C’è un progetto a cui tengo davvero molto mi piacerebbe realizzare una formazione per commissari d’esposizione, un asse da sviluppare per i prossimi anni. Pochi giorni fa abbiamo ricevuto un gruppo di studenti di Bratislava che stanno facendo una formazione di commissari e insieme ai nostri studenti, in collaborazione con il NMNM siamo andati a al Museo Nazionale a cercare alcuni oggetti di una collezione molto varia. I commissari di Bratislava hanno immaginato una narrazione intorno a questi oggetti e i nostri studenti hanno iniziati a disegnare i piani dell’esposizione e a marzo realizzeremo questa mostra, qui nella scuola. Ho molte idee e speriamo di riuscire a realizzarle nei prossimi anni. Abbiamo piccoli gruppi di studenti che collaborano ad alcuni progetti in esterno alla scuola con altre istituzioni o teatri. Inoltre vorrei  creare un corso per la scenografia legata alla moda, ossia per le sfilate, i photo shoot, come realizzare una vetrina, tutti lavori che hanno bisogno di grande competenza e non esistono dei profili professionali, sono persone che inventano il loro lavoro.

MCin.: Perché un giovane dovrebbe iscriversi alla scuola d’arte d Monaco e non a Parigi?

T.L.: Dal punto della scuola a Parigi, in una scuola d’arte ci sono in media 600 studenti, sono molto autonomi e non sono molto organizzati e seguiti, lasciati molto a loro stessi e questo non sempre è positivo. Essere studenti al Pavillon Bosio h molto vantaggi, i ragazzi sono accompagnati verso il cammino che vogliono percorrere e sono molto sollecitati dai diversi progetti senza dimenticare i viaggi. Ad esempio abbiamo un gruppo di studenti con cui siamo partiti all’inizio dell’anno sulle tracce di Carlo Scarpa, grande architetto e scenografo italiano. Siamo andati a Venezia, a Verona fino a Genova per scoprire il museo che aveva fatto Franco Albini. Con un altro gruppo partiremo a Dubai per scoprire l’esposizione Universale e il Padiglione di Monaco. C’è inoltre una relazione molto diretta con i professori che sono molto implicati. Una scuola che segue attentamente i giovani facendogli fare tante esperienze, guidandoli verso la loro carriera di artisti o scenografi. Un artista poi deve viaggiare. Abbiamo vicino Milano e Torino dove ci sono molti eventi d’arte contemporanea interessanti. A Monaco abbiamo una bella dinamica tra le gallerie, la fiera d’Arte contemporanea, il NMNM, per gli studenti sono tante esperienze ed incontri che arricchiscono la loro preparazione.

Giornata porte aperte al Pavillon Bosio sabato 26 febbraio. www.pavillonbosio.com

Pavillon Bosio: tra arte e scenografia guidato da Thierry Levieze