L’IMSEE, l’Istituto Monegasco delle Statistiche ha condotto uno studio sulle differenze salariali tra uomo e donna sia nel settore privato che nel pubblico impiego ed era stato richiesto dal Comitato per i Diritti delle Donne.
L’anno preso in esame è stato il 2019 e tiene conto della struttura del Principato e della tipologia dei suoi lavoratori che è molto varia. Il risultato di queste statistiche è stato presentato in una conferenza stampa dal direttore dell’IMSEE, Alexandre Bubbio, affiancato dalla Delegata Interministeriale per i diritti delle donne, Celine Cottalorda e dai Ministri della Salute e Affari Sociali, Christophe Robino ed Economia e finanza Jean Castellini.
Bubbio ha spiegato che la metodologia scelta per la statistica è stata costruita in collaborazione con l’INSEE francese e convalidata dal Consiglio Scientifico della Statistica e degli Studi Economici diretto dal professor Pierre-André Chiappori.
Ha detto Bubbio: “L’amministrazione pubblica è il primo datore di lavoro dei monegaschi siamo andati pertanto a cercare i dati necessari al nostro lavoro alle risorse umane dell’azienda di Stato e alle Casse Sociali”. Dalla statistica abbiamo appreso che le donne impiegate anche tra i dirigenti sono in maggioranza rispetto agli uomini. Globalmente la massa salariale percepita è la stessa ma prese singolarmente le donne hanno sempre uno stipendio lievemente inferiore. Le donne del pubblico impiego, secondo la statistica, hanno in media un indice dello 0,7% superiore a quello degli uomini nel 2019. Quasi la metà (47%) dei posti di lavoro senior sono occupati da donne.
Nel settore privato a Monaco ci sono più disuguaglianze. Basandosi sulla differenza tra il salario medio degli uomini e quello delle donne, come definito dall’OCSE, Monaco presenta un divario del 5,9% a favore degli uomini. Ciò significa che il Principato sarebbe tra i 10 Paesi più equi nella classifica, davanti alla Francia (al 24° posto con l’11,8%), alla media dei Paesi dell’Unione Europea (11,1%, al 19° posto) e ai Paesi dell’OCSE (12,6%, al 25° posto) se fosse un membro dell’OCSE.
I calcoli sono stati effettuati su base mensile e oraria, per attenuare l’effetto dell’orario di lavoro, che in genere varia a seconda del sesso. Nel 2019, quindi, il salario orario medio delle donne era inferiore del 20,9% rispetto a quello dei loro colleghi maschi. A titolo di confronto, nello stesso periodo, questo divario ammontava al 17,1% nelle Alpi Marittime, al 17,3% nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e al 15,4% nella Francia metropolitana.
Il divario salariale nel Principato di Monaco è quindi in linea con la media del bacino occupazionale regionale, nonostante la specificità della popolazione dipendente monegasca dovuta alla presenza di sportivi di alto livello, in particolare nel calcio e nella pallacanestro, i cui stipendi più elevati, riservati esclusivamente agli uomini, incidono notevolmente sul livello dei divari ottenuti.
Le fasi finali dello studio dei salari nel settore privato sono state effettuate utilizzando un modello econometrico per misurare l’influenza di alcune caratteristiche sul divario osservato, e quindi per avvicinarsi a un risultato a parità di altre condizioni.
Questa prima esperienza di analisi del divario salariale tra uomini e donne fornisce quindi al Principato uno strumento per le politiche pubbliche sulla parità tra uomini e donne sul lavoro. Questo studio sarà ripetuto a intervallo di 5 anni per monitorare l’evoluzione della situazione nel tempo. Le Statistiche sono pubbliche e possono essere consultate direttamente sul sito dell’IMSEE.
Per migliorare comunque la situazione i ministri Castellini e Robino hanno spiegato che è comunque necessario far evolvere le mentalità e sensibilizzare dirigenti delle diverse aziende.
Infatti ancora oggi le donne a superiorità di competenze sono escluse di fronte ad un collega, tra questi settori sicuramente brillano gli istituti bancari!
Tra le piste di riflessione ci sono:
- Avvio di uno studio comparativo basato sugli elementi disponibili negli anni precedenti per misurare la dinamica del cambiamento;
- Presentazione dello studio agli attori locali;
- Lancio di una campagna di autovalutazione volontaria per le aziende, mirando alle posizioni ed esaminando criteri quali per la ripartizione di donne e uomini, i diplomi e le funzioni. Le risposte saranno fornite attraverso un breve questionario anonimo disponibile online;
- Attuazione di azioni volte a promuovere un comportamento aziendale positivo sulla base della carta “Monégalité” lanciata nel 2019;
- Campagna di sensibilizzazione sull’uguaglianza di genere sul lavoro a cura del Comitato per la promozione e la protezione dei diritti delle donne;
- Attuazione di una campagna informativa da parte del Dipartimento nazionale per l’educazione, la gioventù e lo sport per promuovere tutte le carriere ed eliminare l’idea che alcuni campi o professioni siano “per ragazzi” o “per ragazze”.