Incontro con Isabelle Costa, Alto Commissario agli Affari Europei, incaricata di portare il Principato alla firma di accordo di associazione con l’Unione Europea entro la fine dell’anno, data ultima lanciata proprio dalla Commissione Europea.
MCin: Si tratta di un accordo d’associazione che dovrebbero firmare anche Andorra e San Marino. Alto Commissario, sono 8 anni che durano questi negoziati, perché è occorso tutto questo tempo e a che punto si trova la trattativa per Monaco?
I.C.: In questo accordo c’è un cappello comune, accordo quadro, per Andorra, Monaco e San Marino e l’Unione Europea. Questo accordo conta circa un centinaio di pagine e al suo interno ci sono le regole di funzionamento dell’accordo. A questo accordo non avevamo più lavorato dal 2019 e quindi riprendiamo le discussioni il 22 giugno con tutte le parti (Monaco, Andorra, San Marino e i rappresentati della Commissione Europea) mentre il 23 giugno abbiamo la riunione bilaterale. Durane la pandemia, ogni Paese ha avuto solo sessioni bilaterali. Oltre all’accordo comune ci sarà un Protocollo proprio di ogni Paese, che dirà come la situazione specifica di Monaco sarà presa in conto, con disposizioni adattate, per esempio all’interno di quello di Monaco ci saranno anche le regole sul funzionamento delle Convenzioni franco-monegasche. Su questo punto siamo in contatto diretto con la Francia per trovare delle redazioni di testi comuni, dato desideriamo che il dispositivo franco-monegasco continui a persistere e possa evolversi anche dopo l’accordo di associazione. A questo protocollo ci sono 24 allegati che riguardano tutto il diritto dell’Unione Europea e del mercato interno che si può applicare a Monaco, Andorra e San Marino. Si tratta di esaminare qualcosa come 4 mila testi di legge della UE, direttive, decisioni, tutto è diviso per temi: ambiente, energia, proprietà intellettuale, sicurezza alimentare ecc. quindi il lavoro fatto in tutti questi anni ha riguardato l’esame del diritto dell’Unione. Siamo alla fine dell’esame di questi testi, un lavoro in cui è coinvolta tutta l’amministrazione, ogni ministero. Abbiamo esaminato testo per testo e quindi quando possiamo applicarlo a Monaco, diamo riscontro positivo ma quando un testo necessita per esempio, del voto di una legge, allora chiediamo un periodo di transizione, di due o tre anni. Poi negoziamo anche degli adattamenti per certi articoli, a volte alcuni non sono applicabili a Monaco perché l’attività non esiste, ad esempio non ci riguardano le regole per gli allevamenti o l’importazione di petrolio grezzo, il trasporto fluviale e tanto altro. Questo è un lavoro che ha preso tanto tempo, un lavoro meticoloso e di scrittura. 80% degli atti esaminati non pone problemi.
MCin: Alcuni si rammaricano per la mancanza di informazioni. Perché l’argomento è così difficile da comprendere?
I.C.: Sul sito del governo, dall’inizio dei negoziati, pubblichiamo regolarmente tutte le comunicazioni della Commissione, le conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea, tutti i documenti ufficiali con i vari link, è vero che sono documenti tecnici a volte di difficile comprensione, ma c’è sempre stata volontà di trasparenza.
MCin: Nel 20% di quello che non avete ancora approvato ci sono le cose che non riguardano Monaco o per cui avete chiesto la transizione ma c’è anche quello zoccolo duro di questioni come la priorità monegasca nel mondo del lavoro e le libere professioni?
I.C.: Si questa è una specificità propria del nostro Paese a cui stiamo lavorando.
MCin: Si parla molto dello studio che avete commissionato per comprendere, in caso estremo, le conseguenze nel tempo, se Monaco non dovesse firmare l’accordo di associazione con la UE. Quando riceverete il risultato dello studio e che cosa pensa dello studio che anche il Conseil National ha voluto far fare?
I.C.: Capisco che il Conseil National abbia bisogno di farsi una propria opinione, sarà interessante confrontare il risultato dei due studi. Posso intanto annunciare che il Governo diffonderà a breve i risultati di questo studio.
MCin: Cosa prevede l’accordo per il settore finanziario?
I.C.: Un punto interessante dell’accordo nel settore finanziario è che avremo accesso al mercato europeo dei servizi finanziari. Quindi se lo desidera, la piazza monegasca potrà svilupparsi in questo campo come qualsiasi altro stato membro dell’Unione Europea. Non penso che la conclusione o meno da Monaco dell’accordo, possa mettere a rischio degli accordi esistenti come il SEPA nelle banche. Abbiamo una convenzione europea monetaria che funziona bene e non è mai stata messa in discussione. La riflessione generale sull’accordo di associazione verte sul rischio a termine di rimanere isolati, in un’Europa che si costruisce, si amplia soprattutto all’Est. Si rischia che Monaco resti l’unico Paese sul continente europeo che non aderisca all’accordo di associazione o di adesione e questo isolamento sulla scena europea potrebbe portarci pregiudizio e di conseguenza, portare alcuni Stati ad avere una politica sfavorevole verso di noi, soprattutto con gli impegni di Moneyval e GRECO. È fondamentale per l’equilibrio europeo che Monaco entri a far parte del mercato interno europeo e non sviluppi un modello differente.
MCin: Avete avuto richieste sul diritto di nazionalità o fiscalità?
I.C.: Ogni Stato membro è libero di prendere le proprie decisioni su l’acquisizione o la trasmissione della nazionalità o di fiscalità delle persone, l’Europa non ha competenze in queste materie.
MCin: oltre agli impegni che abbiamo già citato per fine giugno, quali saranno gli altri appuntamenti importanti del negoziato?
I.C.: Abbiamo previsto due appuntamenti di tipo politico: il 4 luglio incontreremo il vice-presidente Maroš Šefčovič con le altre delegazioni di Andorra e San Marino per fare un punto generale sul negoziato ed abbiamo una riunione bilaterale con lui il 10 luglio. Dal secondo semestre, ogni mese avremo allo stesso tempo una riunione multilaterale ed una bilaterale. Sono previsti ancora 4 sessioni di negoziati, fino a dicembre e sempre a dicembre ancora un incontro politico con Šefčovič.
MCin: San Marino e Andorra sono pronti firmare, hanno avuto meno difficoltà per trovare gli accordi?
I.C.: Abbiamo tutti delle differenze. A San Marino tra una persona di nazionalità sanmarinese e un residente non c’è nessuna differenza in ambito di diritti dei cittadini. Non hanno impegni economici da conservare come noi, non hanno un operatore nazionale in materia di telecomunicazioni, si appoggiano all’Italia; Andorra invece ha come noi un operatore unico. A San Marino non hanno un sistema di IVA sulle merci ma un sistema di monofase, quindi hanno questo tipo di complicazione. Nei servizi bancari per esempio noi siamo lo Stato più integrato, applichiamo il diritto francese, è la Banca di Francia et l’Autorità francese di controllo prudenziale e di risoluzione che fanno i controlli a Monaco e quindi siamo già nel sistema europeo.
MCin: Mi sembra a questo punto logico chiedere se Monaco firmerà per la fine dell’anno il pre-accordo d’associazione con la UE?
I.C.: Questa è la tabella di marcia che si è fissata la Commissione Europea lo scorso anno. Non so ancora se saremo pronti per firmare un testo o se il testo ci andrà bene ma la nostra idea è di tentare di cogliere questa finestra di opportunità politica che esiste fino alla fine dell’anno perché sappiamo che Andorra e San Marino hanno una volontà politica di firmare l’accordo. La firma dell’accordo dimostrerebbe ai Paesi europei che siamo un partner solido ed efficace su basi politiche e giuridiche.
Tutte le informazioni sul negoziato nel dettaglio: https://www.gouv.mc/Action-Gouvernementale/Monaco-a-l-International/Monaco-et-l-Union-europeenne#eztoc4831725_3