Con un nuovo artista spagnolo, Sergio Roger e la mostra « Iconics », Adriano Ribolzi a Monaco, inaugura la sua nuova galleria ed è subito un gran successo.

Nel cuore elegante di Monte-Carlo, Adriano Ribolzi, storico gallerista e figura di riferimento nel panorama artistico del Principato ma non solo, ha aperto le porte della sua nuova galleria, al 7 dell’avenue de l’Hermitage. Un indirizzo esclusivo, uno spazio moderno ma dal sapore intimo e accogliente, pensato per far sentire il visitatore come a casa, pur circondato da opere d’arte di altissimo livello.
(Ft.WSM Agency: Adriano Ribolzi posa accanto alle opere di Sergio Roger)
Con la grinta, l’energia, lo spirito pionieristico e l’entusiasmo di sempre, Adriano Ribolzi ha inaugurato la sua nuova galleria accanto alla sede storica, confermandosi ancora una volta punto di riferimento imprescindibile per l’arte nel Principato. Un luogo rinnovato, elegante e intimo al tempo stesso, dove si respira passione, bellezza e innovazione. Lo abbiamo incontrato nel giorno dell’inaugurazione.
Adriano Ribolzi, come trova, la voglia, l’netusiasmo e l’energia per aprire una nuova galleria con uno spirito così contemporaneo e accogliente?
A.R.: Il rinnovarsi è proprio nel mio carattere. Io sono di formazione architetto, quindi è insita in me la voglia di esplorare, di ricercare. Non riesco a stare fermo: l’arte è movimento, è visione, è desiderio di continuare a proporre qualcosa di nuovo e stimolante. Per questa inaugurazione abbiamo voluto sorprendere con la presentazione di un giovane artista che è già salito alla ribalta internazionale: Sergio Roger. Artista spagnolo dal grande talento, crea sculture in lino reinterpretando l’arte classica con uno sguardo completamente nuovo. È stato notato anche da Hermès, che gli ha commissionato gigantesche sculture per le vetrine della boutique di Barcellona.
La nuova galleria ha un’atmosfera molto calda e familiare. Divisa in quattro spazi, sembra davvero di entrare in una casa con opere importanti.
A.R.: Sì, l’idea era proprio questa: accogliere i visitatori in un ambiente elegante ma intimo, dove l’arte possa dialogare con chi l’osserva. Oltre a Sergio Roger, espongo con continuità artisti che stimo profondamente. Abbiamo Pablo Atchugarry, noto per le sue sculture in marmo ma che ho convinto anche a lavorare con tronchi di legno abbandonati, come l’ulivo, con risultati sorprendenti. Ci sono poi le opere di Sergio Fermariello, che lavora sul linguaggio dei segni e della memoria e quelle dell’artista Tobia Rava, che si muove tra arte e numerologia. Non mancano i quadri colorati e pieni di vita di Christine Drummond, i piccoli monaci scultorei di Corinne Chauvet e le tele delicate di Jane Gemayel.


Per chi volesse scoprire Sergio Roger, cosa può aspettarsi visitando la mostra?
A.R.: Una decina di opere che reinterpretano con grazia e originalità l’arte classica. Sergio riesce a infondere morbidezza e leggerezza in statue che ricordano le forme greche ma che parlano un linguaggio attuale. È un’esperienza immersiva e poetica. Invito tutti a venire a scoprire questo talento e, perché no, a lasciarsi sorprendere da come l’arte può ancora oggi emozionare profondamente.
La nuova Galleria Adriano Ribolzi, 7 avenue de l’Hermitage e vi aspetta per un viaggio tra arte classica e contemporaneità.